Frena l’export di vini Made in Italy extra Ue nel primo semestre (+4,7%)
L’osservatorio Uiv-Vinitaly registra un aumento del 6,3% nella prima metà dell’anno (dopo il +10% dei primi cinque mesi)
L’export di vino italiano nei paesi extra Ue nel primo semestre 2024 si mantiene in territorio positivo ma chiude con un rallentamento. Dopo il +10% segnato per i primi cinque mesi del 2024, i volumi registrano alla metà anno un +6,3%, mentre a valore il dato passa da +7,3% a +4,7%. Lo evidenzia una nota dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly che ha elaborato gli ultimi dati export ufficiali relativi ai top 12 Paesi della domanda. Giugno, secondo l’analisi, si è rivelato un ultimo mese molto negativo (-10% volume e -7% valore la variazione tendenziale per sparkling e imbottigliati fermi e frizzanti, con un -13,5% nelle quantità per questi ultimi).
Nel complesso il mercato extra Ue totalizza comunque 4,7 milioni di ettolitri esportati, per circa 2,1 miliardi di euro, confermandosi “la piazza-locomotiva del mercato”, a fronte di una domanda comunitaria sin qui “sensibilmente più fredda”.
Tutti i top 12 Paesi della domanda extra-Ue – a eccezione di Sud-Corea, Messico e Australia – registrano a giugno però un arretramento degli ordini di vini in bottiglia fermi e frizzanti tricolori, che chiudono così il semestre dimezzando la crescita dei volumi registrata appena 30 giorni prima (+4,4% contro il precedente +8,5%), con i valori in calo dal +6% al +3,5%. In flessione, con un trend meno marcato, anche gli spumanti ( i da +18% a +14,5% per volumi e da +12,3% a +9,3% in valore).
Oltre ai crolli di Russia (-25%) e Giappone (-10%) – secondo il report attesi, dato che i due paesi avevano registrato un cospicuo anticipo degli ordini nel primo quadrimestre – a giugno l’osservatorio evidenzia performance a volume in rallentamento significativo in particolare per Regno Unito (-15%), Svizzera (-12%), Canada (-18%) e Cina (-12,5%). Negli Usa si osserva un -4,8% in volume, con +1% a valore nel mese, ma nel semestre le vendite restano in territorio positivo. In particolare, secondo il report, sul mercato americano, l’ultimo mese ha infatti accentuato la forbice tra la domanda di imbottigliati fermi e frizzanti (-9% a volume il tendenziale del mese di giugno) e quella relativa agli sparkling (+5%).