Toft (Msc): “I caricatori preferiranno connessioni marittime dirette a servizi veloci”
Secondo il vertice della compagnia, la frammentazione delle supply chain premierà chi saprà garantire la maggior copertura portuale senza scali intermedi
La crescente frammentazione delle catene logistiche globali premierà nel prossimo futuro gli operatori in grado di offrire connessioni marittime dirette. Proprio come quelle garantite da Msc nei suoi collegamenti ‘in solitaria’ in partenza dal prossimo anno.
A fare questa previsione è stato, nel corso di un discorso pronunciato durante l’assemblea annuale della Iaph (International Association of Ports Harbours), l’amministratore delegato dello stesso carrier elvetico Soren Toft. Nel resoconto dell’intervento fornito da Loadstar, il numero uno della compagnia ha in sostanza difeso l’impostazione alla base del nuovo network della stessa Msc, contrapponendolo a quello progettato da Maersk e Hapag Lloyd, disegnato invece su un modello hub and spoke.
“Le supply chains non ruotano più attorno a pochi paesi, e non sono più legate a solo uno o due mercati principali, ma stanno diventando più disperse” ha dichiarato, spiegando di ritenere necessario che la propria rete di servizi offra una ampia copertura. Un mutamento che però secondo il vertice di Msc non è dovuto a un massiccio fenomeno di nearshoring o rilocalizzazione, attuale o futura, della produzione negli stessi paesi di consumo (“non penso che gli statunitensi si produrranno da soli giocattoli o tazze” ha aggiunto al riguardo).
Per spiegare come questa filosofia si concretizzerà nei servizi offerti, Soft ha evidenziato come nelle rotte Asia – Nord Europa Msc andrà a coprire 12 porti asiatici e 13 europei, contro i nove e sette del suo “più diretto concorrente”. Nell’insieme il network della compagnia offrirà 1.900 relazioni via mare dirette perché “crediamo che queste siano più importanti della velocità: la nostra è una rete che riflette una supply chain globale futura più dispersa”, ha spiegato. Alla platea della Iaph, Toft ha poi aggiunto che questa impostazione si rispecchia anche nell’approccio che ha Msc verso porti e terminal, oggetto di cospicui investimenti poiché garantiscono “resilienza operativa”.
Toft ha poi aggiunto – mostrando di tenere comunque in ampia considerazione il tema della velocità – di considerare le toccate nei porti come “i pit stop della Formula 1”, in cui cercare di concludere le operazioni più rapidamente del previsto in modo da recuperare efficienza del network. Nel suo intervento il vertice di Msc ha anche toccato il tema della acquisizione di Hhla (che ha recentemente ricevuto l’ok della Commissione Europea e attende solo quello delle autorità ucraine, avendo il gruppo anche un terminal ad Odessa), svelando come la compagnia abbia per questo motivo aggiunto due connessioni dall’Asia verso il proprio nuovo terminal di Amburgo.
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