Nuovo sequestro da quasi 5 mln per la frode nell’import di tessili dalla Cina
L’indagine dell’Eppo ha messo nel mirino case di spedizioni di Prato e Bologna, accusate di aver evaso l’Iva dovuta per un totale di 13 milioni di euro
Nuovo sequestro nell’indagine che lo scorso aprile aveva portato la Guardia di Finanza a bloccare somme per 7,3 milioni di euro a case di spedizioni di Prato e Bologna accusate di frode in relazione all’importazione illegale di prodotti tessili dalla Cina.
Su richiesta dell’ufficio di Bologna della Procura europea (European Public Prosecutor Office), le autorità italiane hanno attuato due nuovi ordini di sequestro a carico di persone sospettate di avere attuato una frode fiscale, evadendo l’Iva nell’importazione dal paese asiatico. Se il primo provvedimento aveva bloccato importi per 7 milioni di euro, quello reso noto oggi ha disposto il fermo di 3,6 milioni di metri di tessuto, del valore equivalente di 4,9 milioni di euro. Una ulteriore somma di 133.600 euro è stata trovata e fermata nell’abitazione di un sospettato, mentre altri 128mila euro sono stati bloccati intervenendo su un conto bancario.
Come già scritto, l’indagine ha messo nel mirino diverse società sospettate di avere evaso l’Iva nell’importazione, dalla Cina alla Unione Europea, di 13.600 tonnellate di tessuti, del valore di 63 milioni di euro. Tra gli indagati figurano titolari e dirigenti di società di spedizione di Prato e Bologna, così come imprenditori cinesi. Per loro le ipotesi di reato sono quelle di contrabbando, falso ed emissione di fatture false, attività che avrebbero permesso loro di evadere l’Iva dovuta per un totale di 13 milioni di euro.
I nuovi sequestri, aggiunge Eppo, sono stati emessi dopo che le indagini hanno individuato un nuovo sospettato, ritenuto complice dei primi, e portato alla luce un tentativo di occultamento fraudolento del patrimonio da parte di una delle società indagate.