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Trasporti

L’eolico offshore nel Mediterraneo richiede equipment logistico più performante

Luca Edallo (responsabile Logistica di Saipem) he evidenziato la necessità di navi multipurpose con Dp2 per il trasporto di materiali verso i siti di costruzione

di REDAZIONE SUPPLY CHAIN ITALY
21 Ottobre 2024
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Marghera (Venezia) – Tra le richieste presentate dai rappresentanti della domanda di spedizioni di carichi break bulk e project cargo ai fornitori di servizi nel corso del convegno BREAK BULK ITALY, una molto puntuale è stata avanzata da Luca Edallo, responsabile della logistica di Saipem, in relazione anche al prossimo sviluppo dell’eolico offshore, in particolare di tipo galleggiante, nel Mediterraneo.

Alla categoria degli armatori il manager ha infatti rappresentato nel suo intervento la necessità di disporre di “navi classiche, come unità multi-purpose” che siano però dotate di sistemi di posizionamento di tipo Dp2 con capacità di mantenere la stabilità in caso di fino a 6 Bft, dotate di una gru a portale rimovibile e automatizzata per la movimentazione dei tubi. Più nel dettaglio, Edallo nella sua presentazione ha citato unità con lunghezza di circa 140 metri, 24 metri di larghezza e 9 di pescaggio, nonché portata lorda di 12.000 tonnellate e la possibi1’000 giunti di tubi/giorno, caratteristiche in linea peraltro con quelle delle Brouwersgracht e Bloemgracht di Spliethoff, che hanno debuttato nel 2023.

“Il segmento oil&gas e quello dell’eolico necessitano di materiali sempre più grandi e difficilmente sollevabili, per i quali avvertiamo la mancanza di equipment per le movimentazioni di terra. Allo stesso modo sentiamo la necessità di heavy transport vessel di un certo tipo, per i quali c’è una domanda enorme ma scarsa disponibilità”. Secondo Edallo, le unità in questione potrebbero anche essere navi general cargo ‘classiche’, che all’occorrenza potrebbero essere impiegate nella fornitura dei materiali necessari per la costruzione dei siti offshore. “L’eolico galleggiante è una vera sfida – ha spiegato il manager di Saipem – perché parliamo di turbine da 3-4mila tonnellate, con più di 100 metri di diametro, di turbine integrate da 220 metri di altezza senza pale. Bisognerà capire anche chi, nella filiera, avrà la capacità di investire”.

A margine Edallo ha anche offerto una fotografia della logistica di Saipem, che nel 2023 ha compreso più di 36mila trasporti standard, il 25% circa dei quali (9.200) in Italia, per un valore complessivo della merce gestita di oltre 6 miliardi di euro. La spesa per trasporti standard (esclusi tra gli altri quelli dai porti verso i siti offshore) è stata di circa 170 milioni di euro.

Alla richiesta di navi più capaci e dalle prestazioni avanzate ha dato, nel corso della tavola rotonda, una parziale risposta Matteo Fortuna, managing director di Bbc Chartering Genoa, filiale italiana della compagnia tedesca ai vertici del segmento breakbulk. Parlando nello specifico della compagnia, il manager ha ricordato come questa abbia avviato un progetto per la costruzione di unità triple deck, “molto performanti, che fanno la differenza se caricano molto”. Il riferimento è alla nuova serie Lakermax, le cui prime due unità, dotate di una capacità di 13.000 dwt e di due gru Liebherr LS 250 con capacità combinata di 500 tonnellate, sono state consegnate quest’anno.  “Nel Mediterraneo però ne vedremo poche” ha concluso Fortuna, dopo aver parlato della perdita di rilevanza, anche per la compagnia, del Mare Nostrum a seguito della crisi in Medio Oriente. Al riguardo il manager ha parlato di situazione drammatica: “Il traffico principale per noi è sempre stato quello con il Golfo Persico, ma questo sta sparendo. Solitamente avevamo dieci navi ‘aperte’ al mese nel Med e un’altra decina in transito. Ora tutti vogliono andare in Far East, se la situazione attuale permane resteremo tagliati fuori”.

F.M.

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