Ansi e Fiap aderiscono al Protocollo d’Intesa per la legalita negli appalti della logistica
Sempre più sentita l’esigenza di un cambio di situazione che può avvenire però, secondo la Filt-Cgil, ieri in presidio di protesta davanti alla Prefettura di Firenze, solo con l’internalizzazione del lavoro
L’accordo – spiega una nota del ministero dell’Interno – elaborato su iniziativa della Prefettura e di cui già fanno parte la Regione Lombardia, il Tribunale di Milano, la Procura della Repubblica, il Politecnico di Milano, l’Ispettorato di Area Metropolitana, i rappresentanti delle principali associazioni datoriali del comparto logistico, in particolare del mondo della cooperazione, nonché le organizzazioni sindacali confederali, è volto a promuovere lo sviluppo del comparto secondo criteri di trasparenza ed equità.
L’obiettivo del Protocollo “è quello di un progressivo innalzamento dei livelli di legalità nel settore della logistica per migliorare le condizioni di lavoro ed i servizi offerti e di contrastare condotte di caporalato che si manifestano nell’intermediazione illecita del lavoro e nello sfruttamento dei lavoratori, nonché le forme di evasione fiscale e contributiva”.
A sostegno dell’adesione allo strumento, il Protocollo prevede un sistema di premialità per gli operatori aderenti, comprendente un “certificato di filiera” e misure di incentivazione per le imprese stabilite dalla Regione Lombardia. Ad oggi sono 16 in totale gli enti che hanno sottoscritto l’Accordo, assicurando il proprio impegno a sostegno della legalità.
L’adesione delle due associazioni avviene in una fase dove il fenomeno dell’illegalità nel settore della logistica è particolarmente sentito e al centro dell’attenzione in Italia. I dati raccolti dalla Filt Cgil evidenziano una situazione critica: 21 inchieste a livello nazionale hanno portato al sequestro di 600 milioni di euro a aziende operanti nella logistica per evasione fiscale, contributiva e sanzioni per interposizione di mano d’opera; si registrano sempre più episodi di sfruttamento e caporalato anche nelle grandi filiere.
In Toscana, come denuncia la Filt-Cgil che proprio ieri mattina si è riunita in un presidio di protesta davanti alla prefettura di Firenze, sono in aumento il caporalato, lo sfruttamento e la perdita di diritti nei cambi di appalto (40 quest’anno nella regione, che hanno portato gravi conseguenze nei lavoratori, soprattutto nelle realtà meno sindacalizzate, tra cui perdita di salario, diritti, quote Tfr e contributi). Nella regione il settore occupa circa 50.000 addetti ma, spiega la nota, non è semplice fare una stima esatta per via della volatilità delle aziende che operano nella logistica ed hanno mediamente 7 dipendenti e una vita media di 6 anni. La soluzione proposta dai sindacati è l’internalizzazione del lavoro, superando così il sistema degli appalti, per garantire condizioni di lavoro dignitoso, eliminare l’illegalità e contrastare tutte quelle irregolarità sempre più diffuse nel settore”.