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Trasporti

Fedespedi: in difficoltà l’export verso alcuni mercati strategici per l’Italia

Il calo delle vendite estere e quello dei transiti per il Mar Rosso ha portato a una flessione dello 0,6% dei traffici portuali italiani nella prima metà dell’anno

di REDAZIONE SUPPLY CHAIN ITALY
25 Ottobre 2024
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Salerno Container Terminal

Per l’Italia il 2023 è stato un anno caratterizzato dalla debolezza delle attività industriali, scese del 2% rispetto al 2022, un trend negativo confermato anche nei primi sei mesi del 2024. La prima metà dell’anno ha evidenziato, inoltre, un rallentamento degli scambi con l’estero, con un calo dell’1,8% (sullo stesso periodo del 2023), a fronte di importazioni in flessione dell’8,2%. È questa la fotografia che emerge dal 23o Fedespedi Economic Outlook, l’osservatorio quadrimestrale sull’andamento del trasporto merci internazionale della federazione.

“Le esportazioni verso alcuni dei mercati strategici per il nostro paese – ha spiegato il presidente Alessandro Pitto – sono in difficoltà a causa della contrazione della domanda interna”. In particolare, ha aggiunto Pitto, nel primo semestre 2024 è calato del 12,2% l’export verso l’Austria, del 18,6% quello verso la Svizzera e del 26,5% quello verso la Cina. “Questa tendenza incide anche sulla performance dei porti italiani (-0,6% di traffico container nel primo semestre del 2024)”.

Guardando in particolare alle spedizioni marittime, Fedespedi stima un aumento del traffico container nel 2024 a 180 milioni di Teu (+ 5% sul 2023). Nel primo semestre, quello che ha interessato i porti italiani come detto si è ridotto dello 0,6% a circa 3,7 milioni di Teu, per effetto di un primo trimestre negativo (-3,2%) a seguito della crisi di Suez e di un “momento non favorevole” per il commercio estero. Il tutto, mentre gli altri scali del Mediterraneo (non italiani), hanno, movimentato complessivamente 20,9 milioni di Teu (+7,1%), con risultati decisamente positivi per il porto di Barcellona (+24,2%) e Tanger Med (+18%), e mentre i porti del North Range crescevano, sebbene più limitatamente (+ 4,2%). Da evidenziare tuttavia anche la performance positiva di Gioia Tauro (+11,9%), così come il fatto che la perdita di volumi media dei porti italiani è stata inferiore ad esempio a quella registrata nel periodo al Pireo (-12,9%).

Rispetto alla qualità dei servizi marittimi, l’analisi riscontra nel periodo un calo, sia in termini di percentuale delle navi arrivate in orario, sia dei giorni medi di ritardo, soprattutto nella prima parte dell’anno, come conseguenza della situazione di Suez.  Nel 2024 le navi arrivate in orario sono il 53% circa, contro il 62% del 2023 (ritardo medio nel 2024 di 5,3 giorni, contro i 4,8 dell’anno scorso).

L’analisi ha poi preso in considerazione i traffici di cargo aereo, rilevando come in Italia, dopo la flessione del 2023 (-1,5%), nei primi sei mesi di quest’anno si sia osservato un aumento del 18,3%, in cui spicca la ripresa di Milano Malpensa (+11,9) che rimane il primo scalo italiano concentrando il 59,7% del traffico nazionale. Tra gli altri aeroporti, in forte crescita, Venezia (+20,5%) e Roma Fiumicino (+65,3%), che nel 2023 è entrato al 16° posto nel ranking dei primi 20 aeroporti Ueper volumi di traffico (classifica in cui Milano Malpensa è al 9° posto).

Il report offre poi uno sguardo ravvicinato al tema dei transiti stradali, ricordando come il traffico di veicoli pesanti sulla rete autostradale italiana (in milioni di veicoli-km) nel 2023 sia cresciuto dello 0,9% rispetto al 2022. Il trend di crescita si conferma a gennaio 2024 (ultimo dato disponibile), con un aumento dei veicoli-km del 5,6% rispetto a gennaio 2023.
Il traffico stradale ai principali valichi alpini – quelli svizzeri del Gottardo, Sempione, San Bernardino e San Bernardo, cui si aggiungono Brennero, Monte Bianco e Frejus-, si è leggermente ridotto nel 2023, passando dai 4,873 milioni di veicoli pesanti del 2022, ai 4,758 del 2023 (-2,3%). Le difficoltà di attraversamento delle Alpi, via strada e via ferro – segnala infine Fedespedi – nel prossimo periodo aumenteranno, a seguito dei numerosi lavori in programmazione sia lungo l’asse del Brennero, sia lungo gli assi di attraversamento della Svizzera e verso la Francia.

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