“La stagnazione dei volumi dell’automotive richiede di efficientare la logistica tramite collaborazioni”
Lo chiede Ecg, mentre Unrae riferisce del nuovo calo a ottobre delle immatricolazioni di rimorchi e semirimorchi
L’andamento dell’industria automotive preoccupa anche gli operatori della relativa logistica. Dal 2020 i volumi di vendita sono infatti rimasti stabili, con 2,5 milioni di auto nuove vendute in meno. Per il 2025, S&P Global prevede un aumento di appena l’1%, mentre fino al 2030 è attesa una loro stabilizzazione su livelli bassi. La sfida del settore – ha sottolineato in una nota Ecg, associazione che riunisce a livello europeo gli operatori della logistica di veicoli finiti – è evitare che queste incertezze scoraggino dall’avviare collaborazioni a lungo termine.
“Il breve periodo – ha commentato Mark Fulthorpe, S&P Global – si è rivelato piuttosto doloroso per i produttori di veicoli. Abbiamo attraversato un periodo di crisi in cui la domanda era spesso superiore rispetto all’offerta. Allo stesso tempo, abbiamo assistito a un’interruzione della produzione, con la creazione di uno squilibrio”. In particolare negli ultimi 18-24 mesi la produzione ha iniziato a recuperare, dopo la ricostituzione delle scorte di magazzino e l’aver soddisfatto la domanda che si era sviluppata durante il Covid.
L’intero settore sarà attarversato in futuro da un processo di trasformazione continua che coinvolgerà sia gli operatori della logistica dei veicoli finiti sia i produttori di automobili.
A questo scopo l’associazione ha ricordato il proprio ruolo di “piattaforma per la collaborazione, la standardizzazione e lo sviluppo di metodologie” e ha incoraggiato il settore a partecipare attivamente ai suoi gruppi di lavoro per affrontare le sfide del mercato.
« Le previsioni dei volumi escludono una crescita, quindi il settore deve adattarsi per essere più efficiente. Dobbiamo pensare ad evitare i cicli brevi e volatili del mercato, collaborando e mantenendo il passo durante la transizione” ha sottolineato Wolfgang Göbel, presidente di Ecg.
Parlando di volumi in calo, l’ennesimo segnale in questa direzione arriva da Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri ) ed è relativo alle vendite di rimorchi e semirimorchi in Italia. A ottobre il dato ha mostra una flessione del 6%, con immatricolazioni per 1.200 unità (contro le 1.276 dello stesso mese del 2023) e confermando il 2024 come anno di passione per il mercato italiano di questo tipo di mezzi, con un calo cumulato del 14% (da 13.327 a 11.413 veicoli immatricolati).
“L’età media del parco circolante italiano è estremamente preoccupante e il forte calo delle immatricolazioni nel 2024 non fa che aggravare la situazione” ha commentato Michele Mastagni, coordinatore del Gruppo Rimorchi, Semirimorchi e Allestimenti di Unrae, che ha chiesto al Governo “politiche concrete e tempestive per evitare di rimanere indietro rispetto agli altri Paesi europei e garantire la competitività del settore”. Tra le richieste avanzate l’introduzione di disincentivi all’uso di veicoli obsoleti, come limitazioni alla portata e alle categorie di merci trasportabili in funzione dell’anzianità dei mezzi, di contributi strutturati per rinnovare il parco mezzi con maggiore frequenza e infine l’ok alla circolazione di complessi veicolari fino a 18,75 metri. “Questa misura, già anticipata oltre dieci anni fa con un progetto circoscritto a poche centinaia di veicoli, resta incompleta a causa della mancata revisione del Regolamento esecutivo del Codice della Strada. Tale intervento, oltre a permettere l’immatricolazione di veicoli innovativi e altamente tecnologici, migliorerebbe la competitività delle aziende italiane senza aumentare il peso dei veicoli”, ha concluso Mastagni.
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