Cma Cgm suggerisce alternative per bypassare le difficoltà ferroviarie di Genova
Quadruplicamento fra Sampierdarena e Voltri e allungamento dei lavori a Parco Rugna (terminal Sech) le criticità rilevate dall’armatore francese
Dopo la batteria di interruzioni decisa da Rfi per i mesi estivi, si prospetta un altro periodo difficile per gli operatori del trasporto ferroviario merci attivi sul nodo di Genova.
Lo si evince da una nota di Cma Cgm ai clienti, con la quale, in merito alle “restrizioni ferroviarie annunciate da Rfi su tutto il nodo di Genova” nella scorsa primavera, si spiega “che durante i lavori sono stati riscontrati alcuni problemi tecnici, le cui risoluzioni hanno determinato un ritardo sulla conclusione dei lavori. La nuova data pertanto slitta alla prima parte del 2025”. Da cui l’invito alla clientela a rivolgersi agli uffici commerciali di Cma Cgm “per ulteriori aggiornamenti e quotazioni di trasporto camionistico”.
Non è tutto, perché Cma Cgm approfitta dell’occasione per ricordare anche le “limitazioni al nodo ferroviario di Genova Psa Sech” e elencare anche in questo caso le possibili alternative: “Da zona Emilia si offre servizio intermodale (tariffa rail road + 180 euro di shunting); da zona Milano si offre servizio intermodale (tariffa rail road); da zona Veneto solo servizio truck”, senza dimenticare i “servizi intermodali da/per La Spezia e da/per Livorno che possono diventare un’alternativa per quei servizi che prevedono un doppio scalo assieme a Genova”.
Riguardo al terminal Sech, il problema attiene ai lavori in corso per il potenziamento del Parco Rugna, la piattaforma ferroviaria a cavallo dei terminal Sech e Bettolo, su cui poggia il rispettivo traffico ferroviario. I lavori di posa dei binari di scorrimento della nuova gru carroponte acquisita dai terminalisti si sarebbero infatti prolungati più del dovuto e renderebbero inoltre impossibile lavorare sul parco con mezzi reach stacker, col risultato di ostacolarne l’operatività.
Più articolata la situazione Rfi sul nodo di Genova. Il gestore dell’infrastruttura, infatti, ha spiegato di aver “valutato di posporre a inizio gennaio alcune interruzioni programmate a cavallo di ottobre e novembre, onde impattare meno sul traffico passeggeri, meno denso nei primi giorni dell’anno. Però non c’è stato alcun problema tecnico, si tratta semplicemente di una scelta di posposizione, concordata con la Regione, nell’ambito delle iniziative messe in campo per limitare il più possibile – perlopiù interrompendo il traffico durante i weekend – i disagi di un’opera complessa come il quadruplicamento Voltri-Sampierdarena, che, come da programma, terminerà ad agosto 2025”.
Non una prospettiva rosea, ad ogni modo, per i traffici portuali. Secondo l’Autorità di sistema portuale di Genova, infatti, quello concluso alla fine dello scorso settembre è stato “il peggior trimestre degli ultimi 4 anni anche in termini di trasferimento modale”, con un calo complessivo del 27,3% in termini di teu movimentati via ferro rispetto al terzo trimestre del 2023 e “una flessione del numero di treni del 35% a Sampierdarena e di quasi il 15% a Voltri”. Tanto che alla fine del trimestre le due grandezze erano, su base annua, arrivate a -12,4% e -5,7%, con una rail ratio declinata da 16,7% a 14,8%.
A.M.
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