Anche aziende di trasporto marittimo, container e cantieri navali nella lista Usa delle Chinese Military Companies
Cosco, Cimc e Cssc figurano fra le 134 società nel mirino. Essere inclusi non ha conseguenze legali ma danneggia la loro reputazione globale
Salgono ancora le preoccupazioni e le incertezze sulla logistica e sul trasporto merci mondiale dopo che il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha annunciato di aver aggiunto diversi giganti tecnologici e dei trasporti a una lista di aziende sospettate di collaborare con le forze armate cinesi. La misura è giustificata ufficialmente dalle necessità di impedire che la Cina sfrutti l’intelligenza artificiale avanzata, l’informatica quantistica, la biotecnologia e i circuiti integrati per scopi militari.
La lista include Tencent Holdings, azienda leader nei settori dei giochi e dei social media, Catl, società che produce oltre un terzo delle batterie per auto elettriche vendute in tutto il mondo (comprese quelle destinate a equipaggiare veicoli Mercedes-Benz, Bmw, Volkswagen, Toyota, Honda e Hyundai), ma anche il produttore di chip Changxin Memory Technologies, Quectel Wireless, il produttore di droni Autel Robotics e il colosso delle spedizioni marittime China COSCO Shipping Corporation, così come dai gruppi navalmeccanici China State Shipbuilding Corporation (Cssc) e China Shipbuilding Trading Co. (Cstc). Tra le società che operano con lo shipping, nella lista è stato incluso anche il principale produttore mondiale di container ovvero la cinese China International Marine Containers (Group) Co. (CIMC).
Periodicamente in questa lista annuale il Dipartimento della Difesa statunitense inserisce quelle che vengono considerate “società militari cinesi”, ovvero aziende il cui operato può essere considerato anche a sostegno delle forze armate e dell’intelligence cinesi e che non possono essere oggetto di investimenti da parte di soggetti statunitensi. Complessivamente, secondo un documento pubblicato ieri dal Pentagono, ci sono i nomi di 134 aziende in questo elenco. Essere inclusi non ha conseguenze legali per le aziende in questione ma danneggia la loro reputazione globale. In passato, alcuni gruppi hanno presentato denunce dopo essere comparsi in quella black list.
Commentando proprio l’inserimento dell’azienda nell’elenco delle Chinese Military Companies, il gruppo armatoriale cinese China Cosco Shipping Corporation ha evidenziato che l’azienda e le proprie filiali “hanno sempre osservato le leggi locali e operato in maniera rigorosamente conforme nelle loro attività transfrontaliere e sono impegnate a servire il commercio globale e clienti globali, tra cui molti produttori agricoli, aziende manifatturiere, società energetiche, rivenditori ed esportatori fornendo servizi di trasporto marittimo e di logistica di elevata qualità”.
Riferendosi a China Cosco Shipping Corporation Ltd., Cosco Shipping (North America) Inc. e Cosco Shipping Finance Co., Ltd., le tre società del gruppo incluse nella lista, il gruppo armatoriale cinese ha sottolineato che “nessuna delle tre società sopra menzionate è una ‘società militare cinese’” e che “l’inclusione delle tre società nell’elenco non significa che siano state incluse in elenchi di eventuali sanzioni o di controllo delle esportazioni e non avrà alcun impatto sulle attività e sulle operazioni globali del gruppo Cosco Shipping”. Il gruppo cinese ha annunciato che prenderà contatti con le parti statunitensi interessate per chiarire l’evoluzione della situazione.
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