Contratti indicizzati e riduzione dei minimi: i consigli di Xeneta per i nuovi tender di trasporto container
Il frontloading, rileva la società di analisi, comporta spese aggiuntive che in certi casi potrebbero rivelarsi ingiustificate
Il trasporto via mare di container naviga in acque quanto mai incerte, stretto tra un prossimo o meno ritorno ai transiti nel Mar Rosso e la minaccia di dazi ventilata da Trump ma ancora tutta da identificare. In questo quadro Xeneta ha offerto a caricatori e spedizionieri alcuni consigli su come affrontare il tema della firma di contratti per servizi di spedizione, con la consapevolezza – ha però puntualizzato – che questi “non si possono basare sulla retorica politica”. Anche perché, scrive la società, “sappiamo che I dazi sulle importazioni negli Usa arriveranno, ma non sappiamo quando, dove, o quali beni saranno impattati”.
Con queste premesse, una prima indicazione è quella di sottoscrivere contratti indicizzati, nei quali cioè le tariffe si modifichino al raggiungimento di soglie concordate. Sia in caso di calo o salita dei noli, secondo Xeneta caricatori e spedizionieri possono trarne vantaggio. Nel primo, perché in questo modo possono evitare di restare bloccati in contratti di lungo termine più costosi, ma anche nel secondo, perché non corrono il rischio di vedersi respinti i carichi. Questa strategia, secondo la società di consulenza, non solo permette “di mantenere il controllo in un mondo di caos” ma rende anche più semplice spiegare internamente, ad esempio ai propri responsabili finanziari, perché la propria spesa per il trasporto merci sta fluttuando, anche di milioni di dollari (in più o in meno) rispetto al budget. Questa possibilità, secondo Xeneta, si può perseguire sia con rinegoziazioni ‘automatizzate’, sia ‘manuali’.
Altre mosse utili, prosegue la lista dei consigli, possono essere poi nel breve periodo il frontloading (ovvero l’anticipo delle spedizioni, in questo caso prima dell’introduzione dei dazi), come già visto negli ultimi mesi. Una iniziativa che però ha come contraltare costi elevati, in particolare per spese di magazzino, e con il rischio che le merci in questione poi non siano nemmeno oggetto di nuove tariffe. Un’ultima iniziativa potrebbe infine essere quella di ridurre i carichi minimi (Minimum Quantity Commitment) fissati nei nuovi contratti di lungo termine, movimentando più merce sulla base di noli spot in attesa di avere migliore visibilità sul mercato. Sapendo che però questa potrebbe non arrivare, nemmeno tra qualche mese.
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