La Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni del lavoro in visita nei poli logistici di Piacenza
Il sopralluogo ha interessato i magazzini di Gxo, Moncler e Newcold
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Lo scorso 24 gennaio una delegazione della Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni del lavoro composta dal presidente Tino Magni (Avs) e dai senatori Marco Lombardo (Azione) ed Elena Murelli (Lega) ha fatto visita ad alcune strutture dei poli logistici di Fiorenzuola d’Arda e Castel San Giovanni, per poi recarsi nella sede della Prefettura di Piacenza dove ha audito rappresentanti delle istituzioni, delle associazioni di categoria e delle organizzazioni sindacali.
Un resoconto è stato offerto in sintesi dalla stessa Prefettura e in modo più dettagliato dalla senatrice Murelli, che in una serie di post sui suoi profili social ha mostrato i momenti principali della giornata, iniziata con una visita nello stabilimento a temperatura controllata di Newcold di Fiorenzuola d’Arda. La delegazione si è poi spostata a Castel San Giovanni, dove prima ha fatto visita al magazzino di Moncler e poi a quello di Gxo dedicato alla logistica per Daikin. Da quest’ultimo passaggio è emerso, secondo Murelli, “che serve un aggiornamento della legge Seveso, che viene applicata anche al settore della logistica della logistica quando c’è lo stoccaggio di merci che contengono sostanze pericoloso” quale appunto il caso di Gxo nel sito, che stocca piccole quantità di gas. Pertanto, ha aggiunto, i membri della commissione discuteranno e studieranno “una proposta per aggiornare la direttiva Seveso con una legge ad hoc dedicata al trasporto e stoccaggio delle merci pericolose”.
Per ultimo come accennato i parlamentari si sono spostati nella sede della prefettura. Dalle audizioni, riferisce la senatrice, è emerso che i livelli di sicurezza variano “a seconda delle merci trattate, della multinazionalità dell’azienda stessa, ma anche soprattutto della dinamicità dell’esperienza dell’azienda e delle parti sociali coinvolte”. Dal confronto è inoltre stata espressa la necessità di “guardare soprattutto all’aspetto umano: l’80% dei lavoratori sono stranieri, hanno bisogno di una formazione in lingua italiana, ma soprattutto dei servizi”. In particolare a mancare sono “piste ciclabili di collegamento dalla città alla zona industriale di Le Mose, così come a Fiorenzuola”. A Castel San Giovanni sono invece presenti “un sottopasso, la pista ciclabile e una linea autobus, ma non sopperiscono alle necessità vere di queste persone che non hanno possibilità di muoversi se non in bicicletta o in monopattino”. Oltre al problema dei trasporti infine c’è quello più ampio “dell’housing sociale e dell’integrazione di questi lavoratori all’interno di servizi – quali ad esempio asili nido e scuole – piuttosto che la necessità di avere servizi a fianco delle persone, come la traduzione di documenti e contratti di lavoro”.
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