La ex Candy di Brugherio diventerà un hub per logistica e ricambi
L’impianto sarà riconvertito con investimenti per 6-9 milioni di euro e dotato di una capacità di circa 50mila pallet
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La ex Candy di Brugherio (passata nel 2018 nelle mani della cinese Haier) smetterà di produrre lavatrici il prossimo 30 giugno. Lo stabilimento, il cui futuro fino a pochi giorni fa era avvolto nell’incertezza, sarà quello di hub per la logistica (di componenti) con funzioni anche di ricondizionamento e rilavorazione degli elettrodomestici, che saranno realizzati in Turchia e Cina.
Le nuove prospettive per l’impianto sono state svelate dal management dell’azienda ai sindacati, i cui rappresentati si sono detti complessivamente soddisfatti del percorso tracciato, accordando il loro benestare con la firma del relativo accordo, poi approvato ieri 29 gennaio all’unanimità dall’assemblea dei lavoratori.
Nel dettaglio, lo scenario prevede, al prossimo 30 giugno, lo stop all’attività produttiva dello stabilimento brugherese che, a partire dal giorno seguente – scrive in una nota la stessa Haier – affronterà un percorso di conversione in più fasi per diventare l’hub service centrale europeo dell’azienda. La trasformazione prevede che nell’impianto siano consolidate “attività logistiche, incluse quelle di ricezione, stoccaggio, packaging e spedizione”. La struttura avrà quindi una capacità di circa 50mila pallet su 44mila metri quadrati, e sarà allestita per la nuova funzione grazie a un investimento del valore tra i 6 e i 9 milioni di euro, con interventi che richiederanno chiusure parziali temporanee della struttura.
Nell’impianto troveranno impiego 110 dei 160 addetti ora impegnati in attività produttive. Agli altri saranno offerti incentivi, proposte di prepensionamento, di formazione e ricollocazione esterna. Nell’hub sarà ospitato anche il quartier generale europeo dell’azienda.
Il progetto di riconversione è stato salutato favorevolmente dalla Fiom Cgil, che però per voce del segretario generale per la Brianza Pietro Occhiuto ha evidenziato come restino “ancora molte incognite, in particolare sulle reali garanzie occupazionali, sulla formazione e sulla trasparenza degli investimenti”. Secondo la sigla sindacale va inoltre chiarito come saranno redistribuiti i 110 lavoratori che resteranno in azienda. “La transizione verso nuove attività logistiche – prosegue Occhiuto – richiede percorsi formativi adeguati, che devono essere programmati e finanziati con il supporto delle istituzioni. Inoltre, l’investimento annunciato tra 6 e 9 milioni di euro dovrà essere verificato, per garantire che venga effettivamente destinato al rilancio del sito e non a operazioni di mera ristrutturazione aziendale”. Simile il commento della Fim Cisl, per la quale ora si aprirà “un nuovo periodo di massima attenzione”, in cui sarà necessario “vigilare attentamente su tutte le fasi della riconversione affinché vengano rispettati i diritti di lavoratori e lavoratrici”.
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