Puntualità in calo, lead time in aumento: come variano i livelli di servizio nelle consegne alla Gdo
L’ultima ricerca di Gs1 introduce anche il nuovo parametro dei respingimenti dei colli in arrivo ai CeDi come elemento di inefficienza del sistema

Milano – Puntualità in apparente calo, lead time in allungamento, completezza degli ordini sostanzialmente stabile, scarto pallet in aumento, respingimenti merci nei CeDi da iniziare a monitorare con regolarità.
Sono questi i nodi su cui si è concentrata la seconda parte della ricerca ‘Mappatura ed evoluzione dei flussi logistici nella filiera del largo consumo’ realizzata da Gs1 Italia con un gruppo congiunto di Politecnico di Milano e Università Liuc, e dedicata all’analisi della evoluzione dei livelli di servizio nelle relazioni logistiche tra aziende produttrici e grandi insegne della Gdo.
Nella presentazione, a cura di Marco Melacini, professore del Politecnico, il primo tema affrontato come detto è stato quello della puntualità, un parametro che secondo l’indagine, condotta nel 2023, sta calando, in particolare nel secco. Nello specifico secondo i produttori in questo segmento si assesta ora infatti al 95,8% (dal 98% del 2018), mentre nel fresco il valore è all’incirca stabile (dal 98% al 97,4%). Simile la versione della Gdo, che dichiara come nel primo ambito questa sia ora del 78% (dal precedente 92%) e nel fresco dell’87% (dal 92%). Al di là della discrepanza tra le due versioni (legata anche alle diverse modalità di misurazione, che per i CeDi tiene conto anche della fascia oraria di consegna e non solo della data), il peggioramento è ricondotto dagli analisti alle difficoltà del 3pl, ai problemi di approvvigionamento, così come ai picchi che come visto si verificano in estate, con il netto aumento dei volumi del beverage e la parallela carenza di autisti.
Passando ai lead time (intervallo tra ordine e consegna) l’indagine ha invece riscontrato un allungamento in particolare nel segmento secco (da 5,3 a 6,3 giorni), anche per via del tentativo di evadere gli ordini direttamente dallo stabilimento produttivo e di efficientare le consegne. Questo risulta invece risulta stabile (da 2,5 a 2,6 giorni) nel fresco. Da notare che i produttori evidenziano una variabilità dei Lt rispetto ai valori fissati contrattualmente (ad esempio, con un aumento in caso di ordini di basse dimensioni, o in caso di richieste di palletizzazioni speciali).
Un altro parametro analizzato è stato poi quello relativo alla completezza degli ordini, ovvero il rapporto tra colli fatturati e colli ordinati, in lieve calo secondo lo studio al 97,2%.
Più interessante notare che questa edizione della ricerca ha però anche introdotto un nuovo parametro (kpi), relativo alla quota di respingimenti di colli alla consegna, che siano parziali o totali, in ogni caso fonte di inefficienza nel sistema. In questa prima rilevazione, il dato si è assestato sull’1,4% (per i produttori) e l’1,3% (per la Gdo). Le due cause principali si sono rivelate il danneggiamento della merce e la non conformità dell’ordine, anche se nel secco i produttori hanno indicato tra i fattori anche la congestione dei CeDi.
In aumento infine un altro elemento di inefficienza rilevato dall’indagine, ovvero lo scarto dei pallet Epal al ricevimento, che ora incide per il 7% (nel 2018 era il 6%). Gli intervistati hanno ricondotto questo peggioramento al picco dei prezzi degli anni 2021-2022 e quindi alla presenza sul mercato di prodotti di seconda scelta, quindi più usurati.
Ragionando più in generale, secondo gli analisti il crescente ricorso all’outsourcing logistico, oltre a ridurre il controllo sui flussi fisici, può far calare anche le prestazioni di servizio fornite alla Gdo.
F.M.
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER GRATUITA DI SUPPLY CHAIN ITALY