Il Mit lancia una indagine di mercato sugli interporti italiani
Obiettivo del dicastero è quello di completare nel 2025 una mappatura dei traffici gestiti e “valutare la necessità” di terminal aggiuntivi

Oltre al prossimo via libera alla ‘legge quadro’ (ora in fase di approvazione in Senato), in materia di interporti il Mit prevede una mappatura di quelli esistenti a servizio della Rete Ten-T.
Di questa iniziativa si legge nell’Allegato Infrastrutture, Mobilità e Logistica al Documento di Finanza Pubblica, elaborato dallo stesso dicastero e pubblicato oggi.
Scopo della indagine “di mercato e prospettica”, si apprende, è quello di garantire che vi sia una “capacità sufficiente di terminali merci multimodali a servizio della rete transeuropea dei trasporti”, tenendo conto dei flussi di traffico attuali e futuri, in particolare che servono i nodi urbani, i centri industriali, i porti e i poli logistici.
Nel concreto, l’iniziativa prevede che siano esaminati per i vari scali i flussi di traffico di merci attuali e quelli attesi per il futuro, in relazione alla modalità di trasporto; che siano individuati i terminal esistenti della rete Ten-T e valutata la “necessità di nuovi terminali merci multimodali o di capacità aggiuntive di trasbordo”, nonché che siano analizzate” le modalità per garantire una distribuzione adeguata di terminali merci multimodali aventi una capacità adeguata a soddisfare le necessità di cui sopra”.
Resta da capire come potrebbero essere utilizzate le risultanze di questa mappatura di questo tipo, sia qualora dovesse riscontrare necessità di maggiore capacità in alcune aree o nodi esistenti, sia al contrario in cui dovesse registrare l’esistenza di progetti di sviluppo in scali dai flussi scarsi, anche prospetticamente. Una possibilità è che il Mit possa voler utilizzare le risultanze della indagine per favorire o accelerare lo sviluppo di progetti bloccati o rallentati da intoppi burocratici o resistenze a livello locale, garantendo nel caso un proprio benestare alle opere.
F.M.
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