Export di componenti, import di gomma e bitume: le nuove sanzioni Ue alla Russia
Il Consiglio Europeo sta provando a infliggere un nuovo colpo all’economia russa, con la quale il paese finanzia la guerra in Ucraina, con un nuovo pacchetto di sanzioni, il decimo dall’avvio dell’aggressione, varato lo scorso 25 febbraio. A finire nella lista nera della Ue è questa volta un insieme eterogeneo di soggetti, tra i quali […]
Il Consiglio Europeo sta provando a infliggere un nuovo colpo all’economia russa, con la quale il paese finanzia la guerra in Ucraina, con un nuovo pacchetto di sanzioni, il decimo dall’avvio dell’aggressione, varato lo scorso 25 febbraio.
A finire nella lista nera della Ue è questa volta un insieme eterogeneo di soggetti, tra i quali alcune società attive direttamente o indirettamente nel trasporto marittimo di prodotti energetici, media accusati di disinformazione, individui responsabili di rapimento di minori ucraini, membri del gruppo Wagner e cittadini iraniani coinvolti nello sviluppo di droni usati nel teatro di guerra.
Per quel che riguarda gli scambi commerciali, l’elenco inoltre introduce nuovi blocchi all’export e all’import di beni.
Relativamente al primo gruppo, sono ora bloccate le vendite di merci e tecnologie dual use ritenute in grado di contribuire all’incremento delle capacità militari russe. La lista, spiega un comunicato della Commissione Europea, include componenti elettronici aggiuntivi utilizzati nei sistemi d’arma russi (droni, missili, elicotteri, altri veicoli), specifiche terre rare e telecamere termiche con applicazioni militari. Ulteriori divieti di esportazione sono ora imposti anche su merci che possono essere facilmente reindirizzate per essere utilizzate per sostenere lo sforzo bellico russo, tra cui autocarri pesanti (che ancora non erano vietati e i relativi ricambi), semirimorchi e mezzi speciali come motoslitte, o strumenti quali generatori elettrici, binocoli, radar, bussole, ecc.. La lista prosegue elencando mezzi da costruzione come carrelli elevatori, gru, o beni per il funzionamento e il potenziamento della capacità industriale russa (elettronica, parti di macchine, pompe, macchinari per la lavorazione dei metalli, ecc.), neni utilizzati nell’industria aeronautica (turbojet).
Secondo le stime europee, queste nuove restrizioni sull’export riguardano merci con un valore di 11,4 miliardi di euro (nel 2021), che vanno così ad aggiungersi a quelle per 32,5 miliardi di euro di esportazioni già sanzionate nei precedenti pacchetti. Con la nuova misura, l’Ue afferma di aver sanzionato in totale quasi la metà (49%) delle sue esportazioni del 2021 verso la Russia.
Come accennato, nella nuova tranche di misure sono previsti provvedimenti anche per le merci in import, la cui approvazione è risultata piuttosto dibattuta in sede di Consiglio europeo. Il pacchetto vieta infatti le importazioni di bitume (e materiali collegati come l’asfalto) e di gomma sintetica, per quantità pari in valore a 1,3 miliardi di euro, in aggiunta al blocco di importazioni per 90 miliardi (pari al 58% del totale) fermato dalle misure varate finora dall’inizio della guerra.
A creare attriti sarebbero stati i limiti alle importazioni di gomma sintetica di fabbricazione russa, materiale molto usato in Ue e anche in Italia dal comparto automotive. A fronte di una posizione più dura della Polonia (paese esportatore di questo prodotto) e di una più morbida da parte di Italia e Germania, che invece ne sono principalmente importatori, l’accordo è stato trovato su una soluzione di compromesso che prevede una deroga per il 2023, anno nel quale saranno possibili importazioni per un tetto massimo di 355mila tonnellate.