La fotografia del traffico merci sulle autostrade del Nord Italia: emerge un nuovo triangolo industriale
Il Nord Est continua a essere il motore dell’economia italiana e a confermarne il ruolo di traino sono anche i numeri relativi ai transiti di tir sulla sua rete autostradale. Secondo una indagine di Cgia (Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre) su dati di Aiscat, nel primo semestre del 2022 il maggior numero di passaggi […]
Il Nord Est continua a essere il motore dell’economia italiana e a confermarne il ruolo di traino sono anche i numeri relativi ai transiti di tir sulla sua rete autostradale.
Secondo una indagine di Cgia (Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre) su dati di Aiscat, nel primo semestre del 2022 il maggior numero di passaggi medi giornalieri di veicoli pesanti si è avuto, nell’Italia settentrionale, nell’ordine sulla A4 Brescia – Padova (28.795), sulla A4 Milano – Brescia (26.108) e infine sulla A1 Milano-Bologna (23.922). Direttrici che coincidono con due dei lati di un nuovo triangolo industriale che ha i suoi vertici a Milano, Bologna e Venezia, che ha soppiantato nei decenni per importanza quello tra Milano, Genova e Torino, cui si deve il boom economico italiano degli anni ’60.
Il report dell’associazione evidenzia poi l’importanza della A22 Verona – Brennero (13.830 transiti medi giornalieri di tir). Restando a Nord Est tratte trafficate sono poi la A13 Bologna – Padova (11.969) e la A4 Venezia – Trieste (11.182).
Spostando invece lo sguardo a Nord Ovest, i numeri pur rimanendo elevati sono ora evidentemente inferiori. La tratta più percorsa da mezzi pesanti, la A4 Milano – Torino, mostra un passaggio medio di 13.432 tir al giorno, mentre sulla A10 Genova – Savona questi sono 10.290 e sulla A7 Milano – Serravalle 10.200. Quote inferiori si trovano sulla A10 Ventimiglia-Savona 8.030, sulla A7 Genova-Serravalle 7.464 e infine sulla A6 Torino-Savona 4.007.
Dati che come detto secondo Cgia riflettono il ruolo di locomotiva del paese rappresentato dalla Lombardia insieme alle regioni del Nord Est. L’associazione evidenzia (su dati di Prometeia) come nel 2023 la crescita del Pil vedrà tra le regioni italiane ai primi posti Veneto e Friuli Venezia Giulia (+0,82% per entrambe), seguite da Lombardia (+0,81%), Emilia Romagna (+0,79%) e Trentino Alto Adige (+0,77%).
Pur sottolineando come anche al Sud le performance saranno buone (in particolare per Puglia, +0,73%, e Basilicata, +0,71%), lo studio evidenzia anche come nel tempo sia costantemente cresciuto il contributo della Lombardia e del Nordest al Pil nazionale. Con un valore aggiunto complessivo ascrivibile a queste cinque regioni di 883 miliardi di euro nel 2022, la loro incidenza sul Pil nazionale è stata infatti del 46,3%, contro il 45,9% del 2021 e del 45,8% del 2020. Nel 2010 il loro apporto era stato invece di 705 miliardi, ovvero il 43,7% del totale nazionale.