Amazon ‘contro’ la Commissione Europea per non aver fermato l’indagine Agcm sulla sua logistica
Non è piaciuta ad Amazon la decisione, presa nelle scorse settimane dalla Commissione Europea, di avviare un’indagine su eventuali sue condotte anti-concorrenziali nell’offerta di servizi logistici, lasciando però allo stesso tempo campo libero anche all’antitrust italiano di proseguire nella propria, che verte sugli stessi punti. Il gruppo statunitense ha quindi presentato pochi giorni fa il […]
Non è piaciuta ad Amazon la decisione, presa nelle scorse settimane dalla Commissione Europea, di avviare un’indagine su eventuali sue condotte anti-concorrenziali nell’offerta di servizi logistici, lasciando però allo stesso tempo campo libero anche all’antitrust italiano di proseguire nella propria, che verte sugli stessi punti.
Il gruppo statunitense ha quindi presentato pochi giorni fa il caso di fronte alla Corte di Giustizia del Lussemburgo per chiedere l’annullamento di questa decisione.
La vicenda ruota attorno alle indagini che negli ultimi anni sia l’Agcm sia l’antitrust Ue hanno lanciato sul colosso statunitense. Quella dell’authority italiana, come noto, era stata avviata nell’aprile 2019 e verte sul possibile abuso di posizione dominante messo in atto da Amazon nella vendita dei suoi servizi di logistica. La sua scadenza è stata recentemente prorogata dalla stessa Agcm al 30 aprile del 2021 per permettere lo svolgimento di “ulteriori approfondimenti istruttori”.
Pochi mesi dopo l’apertura di questo fascicolo, nel settembre del 2019, anche l’antitrust Ue aveva messo sotto al microscopio il gruppo di Jeff Bezos. In questo caso, gli accertamenti vertevano però su possibili pratiche anti-concorrenziali messe in atto da Amazon nelle attività di vendita. In sostanza, l’indagine puntava a valutare il duplice ruolo, potenzialmente conflittuale, di Amazon, che opera come venditore sul suo stesso marketplace, in concorrenza dunque con tutti gli altri venditori rispetto ai quali potrebbe godere di un vantaggio indebito dato dall’essere a conoscenza delle loro transazioni, offerte e altre informazioni.
Lo scorso novembre l’ultimo passaggio, quello ora contestato dall’azienda di Jeff Bezos.
La Commissione Europea, oltre ad annunciare il prosieguo della sua prima indagine, aveva infatti comunicato di averne avviata un’altra, focalizzata sull’ipotesi che i venditori che si affidano per la logistica direttamente ad Amazon (aderendo al programma Fba, ovvero Fulfillment by Amazon) ottengano visibilità e posizionamento migliori, e sui metodi di selezione del programma Buy Box, temi simili a quelli già al centro dell’inchiesta ‘italiana’.
Nell’occasione, la Commissione aveva anche precisato che la sua indagine si sarebbe estesa a tutto lo Spazio Economico Europeo, con l’eccezione proprio dell’Italia, dato che il suo organismo antitrust ne aveva già avviata una, ma aveva precisato anche che avrebbe lavorato in stretta collaborazione con l’Agcm.
La richiesta di Amazon, presentata martedì scorso, è che invece anche il caso italiano rientri sotto la competenza dell’organismo comunitario e sia sottratto all’Agcm. La Commissione Europea, riferisce Reuters, ha fatto sapere che difenderà la sua decisione in aula.
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