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Timori di monopolio sulle autostrade del mare con la Sicilia
Sulle autostrade del mare che collegano la Sicilia all’Italia continentale si stanno intrecciando due vicende che potrebbero costare caro sia al mondo dell’autotrasporto che a quello della produzione. Fiap (Federazione italiana autotrasportatori professionali) ha lanciato un allarme sui contributi derivanti dal Marebonus (l’incentivo statale al trasporto intermodale mare-strada) che molti autotrasportatori rischiano di non vedersi […]
Sulle autostrade del mare che collegano la Sicilia all’Italia continentale si stanno intrecciando due vicende che potrebbero costare caro sia al mondo dell’autotrasporto che a quello della produzione.
Fiap (Federazione italiana autotrasportatori professionali) ha lanciato un allarme sui contributi derivanti dal Marebonus (l’incentivo statale al trasporto intermodale mare-strada) che molti autotrasportatori rischiano di non vedersi riconoscere per le annualità 2019 e 2020 a causa delle vicende finanziarie (concordato preventivo in attesa di approvazione) che riguardano Tirrenia Cin (Compagnia Italiana di Navigazione).
In una nota l’associazione datoriale dell’autotrasporto ha sollevato il caso spiegando che lo scorso 20 gennaio 2021 Ram S.p.A. (rete Autostrade Mediterranee) ha reso noto che per la seconda annualità di incentivazione Marebonus – periodo 13 dicembre 2018 – 12 dicembre 2019 – il contributo riconosciuto alle imprese armatrici per ciascuna unità di trasporto imbarcata è risultato pari a € 0,08805.
“La comunicazione di Ram S.p.A, che tra l’altro riporta l’indicazione della seconda annualità complessiva degli incentivi, parti a 75,5 milioni di euro circa – assume particolare rilievo in uno scenario nel quale si è resa sempre più evidente la preoccupazione delle imprese di autotrasporto che hanno utilizzato le autostrade del mare, su tratte specifiche, in seguito alla mancata erogazione dell’incentivo Marebonus ad alcune realtà armatoriali, che provoca mancati ricavi di importante entità” ha spiegato Fiap.
Le compagnie di navigazione destinatarie del contributo previsto dalla misura di stimolo al trasporto combinato mare-strada sono tenute a riversare una parte del beneficio introitato agli autotrasportatori clienti, in misura non inferiore al 70% per quelli che hanno effettuato almeno 150 imbarchi di unità di trasporto ammesse al contributo (questa percentuale sale al 100% per i viaggi effettuati con linee di servizio marittimo in convenzione con amministrazioni pubbliche) e non inferiore all’80% per le società di autotrasporto che hanno eseguito almeno 4.000 imbarchi.
“La situazione sta destando particolare attenzione in quanto il dissesto economico/finanziario patito da una importante compagnia di navigazione – la Tirrenia – impegnata nello svolgimento dei servizi intermodali strada-mare, potrebbe provocare la scelta di impiegare quanto erogato e finalizzato a uno scopo specifico, per la definizione delle insolvenze della società. Esito tutt’altro che accettabile da parte delle imprese di autotrasporto in un momento di grave crisi dell’economia e nella consapevolezza comune dell’importanza che la liquidità finanziaria riveste per le imprese” sono la prole di Alessandro Peron, segretario generale della Fiap.
La questione è emersa nel corso di un recente incontro tra le associazioni dell’autotrasporto, che hanno testimoniato con una lettera congiunta la criticità della situazione alla ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli.
Peron ha parlato di “una situazione che conferma la necessità di individuare un percorso per l’erogazione diretta di tali contributi alle imprese di autotrasporto, senza passaggi intermedi e mediazioni attraverso, ad esempio, l’emissione di un voucher dedicato. Soluzione, tra l’altro, che le associazioni avevano già suggerito alla Ministra la quale, a sua volta, aveva già annunciato l’avvio di una necessaria verifica dello strumento in sede comunitaria”.
A SUPPLY CHAIN ITALY il segretario generale della Federazione ha precisato che ci sono aziende di autotrasporto esposte per somme che vanno da 50mila euro fino a 800mila euro solo per il 2019, a cui bisognerà aggiungere anche gli importi relativi all’esercizio 2020. Il Ministero dei trasporti avrebbe in questo momento sospeso l’erogazione in favore di Tirrenia Cin dei contributi in attesa di capire sia l’epilogo della procedura di concordato preventivo richiesta al tribunale di Milano (la scadenza per la presentazione del piano è fine marzo), sia la migliore modalità di azione. Il timore degli autotrasportatori è infatti quello che le somme relative al Marebonus versate dal Mit vengano immediatamente ‘aggredite’ dai creditori privilegiati e dunque non possano essere poi riconosciute (o solo in misura residua) a chi ha imbarcato i semirimorchi confidando su questo incentivo all’uso dell’intermodalità.
Da questa vicenda ne deriva però un’altra che innesca qualche preoccupazione in tema di concorrenza e di competitività della logistica merci e quindi del sistema produttivo siciliano.
“Il fatto che oggi gli autotrasportatori rischino di non ricevere da Tirrenia i contributi previsti dal Marebonus induce chiaramente i caricatori a spedire i semirimorchi via mare sull’unica alternativa marittima possibile da e per la Sicilia, vale a dire le linee Grimaldi” ha spiegato ancora il segretario generale di Fiap. Quest’ultimo, pur sottolineando la serietà e le capacità di Grimaldi Euromed, non può fare a meno che rilevare, così come altre sigle dell’autotrasporto, che il mercato di questi servizi rischia di essere quasi totalmente in mano a un unico operatore. Per questo un campanello d’allarme su un ipotetico rischio di monopolio si accende.
“Si realizzerebbe – ha sottolineato ancora Peron – una singolare concentrazione dell’offerta di trasporto marittimo per i semirimorchi che dovrebbe richiamare l’attenzione anche del mondo industriale dell’isola, soprattutto sugli aspetti connessi al costo del servizio. Il fatto che Grandi Navi Veloci abbia da poco potenziato i collegamenti fra Sicilia e Malta non tranquillizza più di tanto perché si parla di traffico rotabile ‘accompagnato’ (camion con autisti al seguito, ndr), dunque due settori d’attività differenti fra loro”. L’altro player esistente è Cartour che garantisce un collegamento marittimo fra Messina e Salerno con una nave.
In ballo, insomma, può esserci la maggiore o minore competitività della produzione siciliana che dai costi della logistica e del trasporto via mare in parte dipende. Collegando oggi la Sicilia alla Sardegna, all’Italia continentale e a Malta dai porti di Palermo e Catania, il Gruppo Grimaldi controlla indubbiamente una quota di mercato significativa. Motivo per cui il competitor Moby, tramite Tirrenia Cin, aveva negli ultimi anni provato a entrare su questo mercato cercando di rosicchiare traffico con le linee Livorno – Catania – Malta e Catania – Napoli. Quest’ultima, però, è stata chiusa nel 2020 e per l’altra ci sono le sopradescritte problematiche legate all’erogazione del Marebonus.
Nicola Capuzzo