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Export vino extra-Ue al -9% nei primi 9 mesi del 2023
Secondo l’Osservatorio di Uiv-Vinitaly negli Usa le vendite segnano un -12% in volume, ma potrebbero risalire nell’ultimo quadrimestre
Il 2023, secondo l’Osservatorio di Uiv-Vinitaly, si sta rivelando come l’anno più complicato per i vini italiani degli ultimi 20. Cattive notizie arrivano innanzitutto dalla vendemmia in corso, con volumi delle uve raccolte al Nord (a partire da Veneto, Friuli Venezia Giulia, Piemonte), ma anche nel Mezzogiorno (Abruzzo e Sicilia), inferiori alle stime per via delle precipitazioni di grandine e del caldo persistente, che le ha asciugate. Per contro, si prospetta però “un’annata di qualità eccellente” per molte importanti denominazioni a partire da quelle di vini rossi.
Ma è anche dal commercio internazionale che arrivano ulteriori segnali negativi. Secondo l’Osservatorio, nei primi 7 mesi dell’anno l’export extra Ue ha infatti raggiunto un decremento anno su anno del 9% in volume e del 6% in valore.
Pesante è in primis la situazione nel primo mercato al mondo, ovvero gli Stati Uniti, che dal -4% (in volume) di 4 mesi fa ora totalizza vendite del 12% inferiori a quelle dello stesso periodo del 2022, , con gli spumanti in particolare a -16% e i fermi imbottigliati a -10%.
Complessivamente, a eccezione della Russia, i primi 12 mercati presi in esame segnano quantità in calo. Oltre che per gli Usa, questo vale per il Regno Unito (-3%), la Svizzera (-10%), il Canada (-20%), il Giappone (-16%), il Norvegia (-13%), ma anche da piazze emergenti come Cina (-27%), il Sud Corea (-40%), l’Australia (-20%) e il Brasile (-4%). Un quadro difficile, quindi, quello tracciato dall’Osservatorio, dove però sono si intravedono anche segnali di speranza per l’ultimo quadrimestre, dato che per il Nord America si segnalano ordini in rialzo in Canada e, per la fascia medio alta, negli Stati Uniti.
“Il vino – ha commentato il segretario generale Uiv, Paolo Castelletti – è un bene voluttuario e come tale risente particolarmente della congiuntura. C’è la consapevolezza che dopo un biennio eccezionale questo sarà un anno di sacrifici per tutti, con riduzioni che si sperano essere solo congiunturali. L’invito è che tutti gli attori della filiera siano attenti e consapevoli della situazione, con la coscienza che ognuno dovrà privarsi di qualcosa per traguardare il periodo, evitando fenomeni speculativi. Contestualmente, sarà fondamentale concordare con le istituzioni un piano strategico per la promozione e il business del vino italiano nel mondo”.