La crisi nel Mar Rosso: una soluzione semplice ad un problema complesso?
Le aziende importatrici in Italia ed in Europa si trovano in una situazione di improvvisa crisi proprio quando la global supply chain sembrava essere arrivata ad un punto di equilibrio come indicato dal “Global Supply Chain Index” pubblicato dalla Federal Reserve Bank of New York
— COMUNICAZIONE AZIENDALE —
La crescente fragilità della global supply chain è di nuovo in primo piano su tutti i principali giornali, poiché un gruppo di ribelli armato ha messo in crisi le maggiori compagnie marittime mondiali, costringendole a rivedere drasticamente le rotte di navigazione.
Gli attacchi al largo dello Yemen hanno ostacolato il passaggio sicuro attraverso il Mar Rosso, determinando la necessità di deviare le rotte attraverso il Capo di Buona Speranza e generando considerevoli ritardi nei tempi di transito ed altre sfide aggiuntive legate al riposizionamento dei contenitori e alla carenza di contenitori vuoti in Asia.
L’attuale crisi potrebbe subire ulteriori complicazioni con l’avvenire del Capodanno Cinese, dal 10 al 16 febbraio. Durante questo periodo, le fabbriche cinesi interrompono le attività per consentire al personale di fare ritorno nelle proprie città natali in occasione delle festività.
In concomitanza di questa pausa festiva la produzione delle fabbriche Cinesi si interrompe e le compagnie marittime pianificano una serie di “blank sailing”. Questo termine indica la pratica di annullare temporaneamente le partenze delle navi a causa della ridotta attività industriale, e la conseguente mancanza di carico durante la chiusura delle fabbriche.
La combinazione di questi fattori crea un contesto straordinariamente complesso per la catena di approvvigionamento, richiedendo una gestione agile e strategie innovative per affrontare le sfide impreviste e garantire una continuità operativa quanto più possibile stabile.
Per tutti questi motivi le aziende importatrici in Italia ed in Europa si trovano in una situazione di improvvisa crisi proprio quando la global supply chain sembrava essere arrivata ad un punto di equilibrio come indicato dal “Global Supply Chain Index” pubblicato dalla Federal Reserve Bank of New York.
Federal Reserve Bank of New York Global Supply Chain Pressure Index (GSCPI)
Le aziende più esposte sono probabilmente quelle che importano componenti, ma un aumento notevole dei tempi di transito provoca danni a tutti gli importatori ed esportatori.
Secondo un recente studio si stimano all’incirca 95 milioni di euro al giorno i danni all’economia italiana derivanti dagli attacchi dei ribelli Houthi dello Yemen e del conseguente incremento dei tempi di transito.
In definitiva, la situazione è estremamente intricata e non si prospetta una soluzione immediata. Le imprese sono chiamate a navigare in un contesto di incertezza, adottando strategie di gestione dei rischi e cercando soluzioni innovative per affrontare le sfide in continuo mutamento.
Quali sono le opzioni a disposizione delle aziende Italiane per mitigare gli effetti di questa nuova crisi?
- Via Aerea
L’opzione del trasporto via aerea è considerata la soluzione più immediata ed efficace per affrontare la crisi nel Mar Rosso. Tuttavia, è importante notare che questa rapidità ed efficienza si traducono in costi significativamente più elevati rispetto al trasporto via mare. Anche quando si opta per un servizio differito con tempi di transito più lunghi, come 8-12 giorni, i costi rimangono notevolmente superiori rispetto al trasporto marittimo.
Va inoltre considerato che, nel periodo immediatamente precedente al Capodanno cinese, è possibile un aumento fisiologico delle tariffe aeree.
- Treno
L’alternativa del trasporto ferroviario rappresenta un’opzione valida, soprattutto quando la merce ha origine in Cina. Il trasporto via treno può essere efficace per collegamenti più veloci rispetto al trasporto marittimo, ma è importante notare alcune considerazioni chiave.
In particolare, il trasporto ferroviario è spesso più agevole quando si tratta di connettere l’Europa alla Cina, ma può essere più complesso da implementare per spedizioni provenienti da altre località dell’Asia.
Ciò è dovuto alla presenza di reti ferroviarie ben sviluppate tra la Cina e l’Europa, mentre le connessioni ferroviarie tra altre regioni dell’Asia e l’Europa potrebbero non essere altrettanto sviluppate o efficienti.
Un’ulteriore considerazione importante riguarda il fatto che il percorso ferroviario attraversa zone che potrebbero essere interessate dagli effetti della guerra in Ucraina.
Questo aspetto introduce un elemento di rischio e incertezza, poiché la situazione geopolitica e gli eventi legati al conflitto possono influire sulla stabilità e sulla sicurezza del trasporto ferroviario lungo tali rotte.
Le imprese devono ponderare attentamente questi fattori nel valutare l’utilizzo del trasporto ferroviario come alternativa, considerando non solo la sua efficienza ma anche i rischi associati alle condizioni delle aree attraversate.
- SEA-AIR
La terza opzione, nota come SEA-AIR, rappresenta un approccio meno diffuso ma consolidato, dimostrando la sua validità sia in periodi di normalità che in situazioni di crisi come l’attuale. Una caratteristica distintiva di questa soluzione è la divisione del percorso di spedizione in due fasi.
Inizialmente, la merce viaggia da qualsiasi punto di origine in Asia al punto intermedio tramite il trasporto marittimo, utilizzando contenitori completi o servizi LCL. Una volta raggiunto il punto intermedio, la merce viene scaricata dai contenitori e preparata per il prosieguo della spedizione tramite il trasporto aereo, con l’emissione di tutta la documentazione necessaria.
Dubai, con il suo porto di Jebel Ali, si posiziona come un punto di transito ottimale per questa strategia.
Il porto, uno dei maggiori scali marittimi a livello mondiale, è dotato di una free trade zone dedicata, progettata per ricevere, elaborare e rispedire la merce in modo rapido e sicuro.
La città ospita due aeroporti cruciali per la strategia SEA-AIR. Il primo, DBX, distante circa 56 chilometri da Jebel Ali, è dedicato al traffico passeggeri, offrendo oltre 1000 collegamenti giornalieri, prevalentemente con aerei wide-body ideali per la movimentazione merci. Il secondo, DWC, posizionato a circa 26 chilometri da Jebel Ali, è specificamente dedicato al traffico merci, servendo come hub essenziale per il trasporto aereo di merci con aerei cargo.
Mentre le prime due soluzioni sono comunemente offerte da quasi tutti gli spedizionieri, per adottare la strategia SEA-AIR è consigliabile affidarsi a un fornitore di servizi in grado di gestire direttamente l’intera catena di approvvigionamento.
La presenza di una sede nel porto intermedio, che sovrintende alle operazioni di scarico e carico della merce, conferisce un controllo più diretto e una gestione più efficace delle spedizioni. Soprattutto, l’esperienza pregressa nel campo SEA-AIR diventa fondamentale, considerando che un servizio di questa complessità richiede una pianificazione dettagliata e una competenza consolidata.
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