Export distretti agroalimentari in aumento (+4,5%) nei primi 9 mesi del 2023
Fa eccezione la filiera del vino, in calo dell’1% per via di una flessione della domanda di Usa e Canada
I distretti agroalimentari italiani chiudono i primi 9 mesi del 2023 con esportazioni in netto aumento, registrando un complessivo +4,5% per 19,7 miliardi di euro. Fa eccezione però la filiera del vino, prima per valori delle vendite estere, che segna un -1% chiudendo a 4,8 miliardi di euro, prevalentemente per via del calo della domanda di Usa e Canada.
Lo dicono i numeri del Monitor realizzato dalla Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo, segnalando che l’evoluzione è sostanzialmente in linea con il totale delle esportazioni del settore agro-alimentare italiano, di cui i 51 distretti analizzati rappresentano il 43% in termini di export, che nel periodo nell’insieme registrano una crescita del 6%.
Cominciando con il vino, il report evidenzia che tra i principali distretti in flessione vi sono quello di Vini di Langhe, Roero e Monferrato (-3,5%), di Vini del Veronese (-2,8%), dei Vini dei colli fiorentini e senesi (-7,1%), mentre tiene il distretto del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene, che segna un +3,7%.
Anche la filiera dei distretti agricoli, che supera i 2,8 miliardi di euro, chiude il periodo a segno meno, perdendo però solo lo 0,7%, a seguito degli effetti degli eventi climatici avversi e degli agenti patogeni. Nel dettaglio, l’Ortofrutta romagnola, pur risentendo degli effetti dell’alluvione, segna un +0,7% tra gennaio e settembre. Il distretto dell’Ortofrutta barese flette invece del -12,1%, con una dinamica analoga a quella delle Mele dell’Alto Adige (-6,7%). Ottimi invece i risultati, sebbene su valori assoluti inferiori, per l’Ortofrutta dell’Agro pontino (+12,3%) e per l’Agricoltura della Sicilia sud-orientale, territorio che al suo interno ricomprende anche le zone di produzione del Pomodoro di Pachino IGP (+37,8%) e per il comparto agricolo dell’Ortofrutta e conserve del Foggiano (+43,8%).
Nei primi nove mesi del 2023 cresce inoltre, seppur in maniera più limitata rispetto all’exploit dello scorso anno, la filiera della pasta e dolci, che sfiora i 3,4 miliardi di euro (+7,1%) a fronte però di performance diverse. Segna infatti un +6,1% il distretto dei Dolci di Alba e Cuneo, mentre il comparto pasta e dolci dell’Alimentare napoletano chiude a -0,8%; la Pasta di Fara cresce del 4,8%, il comparto pasta e dolci dell’Alimentare di Avellino, registra un +0,2%, mentre Olio e pasta del Barese vanno a +4,1% e l’Alimentare di Parma addirittura a +15%.
Una dinamica molto positiva è anche quella della filiera delle conserve, che con oltre 2,2 miliardi di euro nei primi nove mesi del 2023 realizza un +13%, spinta da una dinamica dei prezzi alla produzione sui mercati esteri che segna un balzo del 11,2% nello stesso intervallo di tempo. Il contributo maggiore viene dal distretto delle Conserve di Nocera (+13,5%), così come dai comparti conserve dell’Alimentare napoletano (+8,9%), dell’Alimentare di Parma (+27,3%) e dell’Ortofrutta e conserve del foggiano (+25%).
Buon risultato nel complesso anche per la filiera delle carni e salumi (+7,1%). I risultati a segno più dei Salumi del Modenese (+7,1%), delle Carni di Verona (+16,7%) e dei Salumi di Parma (+12,1%) riescono a compensare infatti i cali delle Carni e salumi di Cremona e Mantova (-12,6%), dei Salumi di Reggio Emilia (-11,2%) e del Prosciutto di San Daniele (-9%).
Anche nella filiera del lattiero-caseario (+3% nei primi nove mesi del 2023) le crescite a due cifre della Mozzarella di Bufala campana (+10%) e del Lattiero-caseario sardo (+19%) si alternano ai lievi cali del Lattiero-caseario della Lombardia sud-orientale (-0,7%), di Reggio Emilia (-1%) e alla sostanziale parità del distretto Parmense.
Nella filiera del caffè, si registra poi la crescita sostenuta per il distretto di Caffè e confetterie del Napoletano (+14,6%), ma va bene anche quello del Caffè, confetterie e cioccolato torinese (+3,1%).
Passando alla filiera olearia, questa, segnala il report, deve il maggior contributo al distretto dell’Olio toscano (+11,6% nei primi nove mesi del 2023) ma anche al comparto olivicolo dell’Olio e Pasta del Barese che tocca un +25,2%. Da rilevare che la scarsa produzione del 2022, unitamente alle preoccupazioni per la campagna 2023-24, hanno spinto verso l’alto i listini, portando secondo le rilevazioni di Ismea, il prezzo alla produzione dell’olio Evo italiano a crescere del 49% nei primi sei mesi del 2023.
Anche i due distretti della filiera del riso realizzano un picco di vendite sui mercati esteri con il Riso di Vercelli (+29%) e il Riso di Pavia (+19,7%).
Infine il distretto dell’Ittico del Polesine e del Veneziano cresce del +5,7% in termini di export nei primi nove mesi del 2023, destinando oltre un terzo delle vendite al mercato tedesco.
Passando poi proprio all’analisi dei principali mercati di sbocco dei distretti agroalimentari italiani, il Monitor di Intesa Sanpaolo rileva come la Germania si confermi il primo partner commerciale, con il risultato dei primi nove mesi del 2023 in progresso del +7%, nonostante il rallentamento dell’economia tedesca.
Calano invece del 4,8% le vendite verso gli Stati Uniti, mentre crescono di quasi il 10% quelle verso Francia. Buona anche la dinamica nel Regno Unito con un +8,5% nel periodo gennaio-settembre 2023.
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