L’interporto di Bologna punta a strappare traffici a Quadrante Europa
Illustrando il piano strategico 2022-2027, il presidente Spinedi ha parlato di “potenzialità per 10mila treni all’anno” anche “a discapito di altri soggetti”
Sguardo puntato al 2027 per l’interporto di Bologna. L’anno – hanno spiegato il presidente e il direttore generale dello scalo, Marco Spinedi e Giuseppe Dall’Asta, in un intervento presso la commissione Affari Generali del consiglio comunale di Bologna – è infatti quello in cui lo snodo intermodale di Bentivoglio prevede di riportare i traffici ferroviari (in termini di numero treni) ai buoni livelli del 2022 (dopo quelli pessimi del 2023), ovvero oltre i 5mila convogli all’anno, nonché quello in cui è previsto il raggiungimento dell’equilibrio di bilancio, con il completamento del piano strategico 2022-2027 che prevede investimenti per oltre 60 milioni di euro.
Dal punto di vista dei volumi, le ambizioni potrebbero però spingersi anche più in là. “In questa valutazione siamo stati prudenti, ma le potenzialità sono per oltre 10mila treni all’anno con il nuovo terminal, a metà tra Verona, che ne gestisce circa 16mila ma ora è satura, e Padova, che raggiunge gli 8mila” ha affermato Spinedi, per il quale lo scalo bolognese “indipendentemente dalla congiuntura, potrebbe aumentare i traffici, anche a discapito di altri soggetti”, intercettando le merci che viaggiano da e per la Germania.
“Siamo al termine del corridoio del Brennero – ha aggiunto – non si capisce perché alcune di quelle destinate all’Emilia Romagna debbano fermarsi a Verona e da lì proseguire via camion, caricando il sistema autostradale e il nodo di Bologna”. L’ambizione, ha quindi concluso, “sperando che non ci siano veronesi in ascolto”, è di “catturare parte del traffico che arriva lì, anche per poi farlo ripartire, giocando un ruolo di hub”.
Queste considerazioni sono arrivate come detto al termine di una presentazione in cui i vertici dell’interporto di Bologna hanno aggiornato i membri della commissione Affari generali del comune di Bologna rispetto a obiettivi, progetti e investimenti messi in campo dalla società, in particolare con il piano strategico 2022-2027, che ha come fulcro la realizzazione di un nuovo terminal ferroviario.
In sintesi il progetto (investimento da 40 milioni di euro, di cui 20 in arrivo dai fondi sviluppo e coesione e 9 dal Mit) prevede la realizzazione un impianto sviluppato su 115mila metri quadrati, servito da 5 binari da 750 metri quadrati e da due gru a portale, dotato di aree di stoccaggio per 80mila metri quadrati. La sua realizzazione, ha spiegato Spinedi, è articolata in due fasi, la prima delle quali si concluderà a fine 2025 (con un primo, parziale avvio delle attività del terminal), la seconda nel 2027. Parallelamente, la società darà il via, già nel quarto trimestre del 2024, alla realizzazione di due magazzini logistici di cui manterrà la proprietà, per un totale di complessivi 27mila metri quadrati, che saranno pronti rispettivamente nel 2025 e nel 2026. Due percorsi di sviluppo che inizieranno quindi già nei prossimi anni a generare redditi, permettendo alla società di gestione dello scalo di raggiungere il break even nel 2027, secondo quanto spiegato da Dall’Asta. In particolare il terminal, che resterà interamente sotto la gestione dell’interporto, permetterà di raggiungere “più reddito e più margine” secondo Spinedi rispetto ai due già attivi, operati in modo congiunto con Rfi.
Tra i progetti ‘minori’ del suo piano strategico, Interporto Bologna ha incluso infine anche l’apertura di un varco a nord, dedicato in particolare al passaggio di veicoli leggeri, di impianti sportivi, di un centro medico e di un punto di ascolto della Caritas, nonché la “riapertura degli uffici dei sindacati confederali, che tendono a contrastare la presenza dei sindacati Cobas che hanno creato grossi problemi di funzionalità e di gestione”.
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER GRATUITA DI SUPPLY CHAIN ITALY