Decathlon chiuderà il polo logistico di Brandizzo
Lo stop sarebbe parte di un piano di razionalizzazione che include il taglio di altri tre impianti in Europa
Il polo logistico Decathlon di Brandizzo, in provincia di Torino, chiuderà i battenti il 31 marzo 2025. Lo riferiscono diverse testate della zona, evidenziando che la notizia è stata comunicata ai lavoratori nel corso di una assemblea che si è svolta alla fine di aprile nell’azienda. Inaugurata nel 2018, la struttura al momento occupa 125 addetti, rifornendo 25 punti vendita situati in Piemonte e Liguria. Secondo quanto riportato in particolare da La Voce, la decisione del gruppo francese si inserisce in un piano di razionalizzazione più ampio che coinvolgerà altri tre impianti in Europa. Decathlon al riguardo ha commentato tramite un portavoce alla testata che “il mercato sta cambiando” e di conseguenza si è trovata a “prendere decisioni difficili per il futuro”.
Al momento i sindacati si sono attivati per cercare di ricollocare i lavoratori a rischio licenziamento presso i punti vendita dell’azienda presenti nell’area. Secondo quanto riportato nei giorni scorsi, proprio per oggi 8 maggio era stato fissato un incontro tra azienda e sindacati per saggiare la strada della ricollocazione degli addetti, in via prioritaria quindi rispetto all’avvio di licenziamenti collettivi o del ricorso ad ammortizzatori sociali.
Della decisione di chiudere il polo di Brandizzo (e altri tre impianti in Europa) al momento non si dà conto tra le comunicazioni ufficiali del gruppo, che pure nei giorni scorsi ha pubblicato il suo aggiornamento relativo ai risultati del 2023 e annunciato il lancio di “nuove ambizioni, strategie e brand” per il 2024.
Più nel concreto, nella nota Decathlon ha segnalato di avere chiuso l’esercizio passato con ricavi in aumento (+4,4%) a 15,6 miliardi di euro, di cui il 17,4% derivanti da vendite ‘digitali, e utili netti a 931 milioni (a fronte dei 923 milioni del 2022). Il nuovo piano, al via quest’anno, prevede tra le altre cose la creazione di “nuovi modelli di business circolari” in vari paesi incluso l’Italia, legati in particolare al lancio di servizi di noleggio di attrezzature sportive, nonché l’avvio di “una nuova esperienza digitale”, con la presentazione di nuovi siti e-commerce a cominciare dal mercati del Regno Unito. Nella nota non si fa tuttavia cenno alle eventuali ricadute logistiche o occupazionali relative all’implementazione di questo programma.
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