Vacancy rate al 2% per gli immobili logistici italiani
Una ricerca di Scenari Immobiliari evidenzia come nella Penisola gli ‘sfitti’ siano inferiori a quelli medi europei
Il mercato degli investimenti immobiliari italiani continua a godere di buona salute, grazie anche all’importante contributo della logistica. Lo evidenzia una ricerca presentata da Scenari Immobiliari al 32mo Forum di Rapallo e realizzata in collaborazione con Assologistica. Secondo lo studio, il segmento – ormai considerato una asset class consolidata – offre rendimenti netti del 5,5%, con una quota sul totale degli investimenti nazionali del 14%, e ha chiuso il primo semestre 2024 con oltre 470 milioni di euro di investimenti. Nell’insieme il mercato immobiliare italiano nella prima metà dell’anno ha registrato investimenti per 3,5 miliardi di euro, con una crescita annua di oltre il 65% e una previsione positiva attesa anche per il secondo semestre.
“La pressione dei mercati e l’attenzione da parte degli investitori sul comparto della logistica risultano ancora alte”– ha affermato Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari evidenziando come il vacancy rate a livello nazionale si attesti al 2%, sotto la media dei livelli europei, “con riduzioni prossime allo zero sui mercati più dinamici e considerati prime location”. Il forum ha confermato anche la crescente attenzione verso strutture conformi a criteri Esg e di grado A, e verso gli obiettivi di reshoring. Questi fenomeni, secondo la società di analisi, accentuano la pressione su “nuove strutture e sviluppi con costante rialzo dei canoni di locazione, fino a raggiungere punte di 67 €/mq/anno”, una tendenza sollecitata anche da politiche nazionali e comunitarie di contrasto agil sviluppi su green-field a sostegno di contro del perseguimento dell’obiettivo del consumo di suolo pari a zero.
Dallo studio è emerso inoltre come nel 2023 e per il primo semestre 2024 consistenti volumi di investimento in particolare degli operatori internazionali si siano rivolti verso le regioni con mercati consolidati ma al contempo si sia si registrato inoltre un aumento dell’interesse da parte degli investitori, nazionali ed esteri, per iniziative di sviluppo nei cosiddetti territori emergenti.