“Nel Dl Infrastrutture un favore a costruttori di rimorchi e scuole guida”
Continuano a fare discutere le norme introdotte dal Dl Infrastrutture (pubblicato ieri in Gazzetta dopo la definitiva conversione parlamentare) in materia di autotrasporto. A criticare il provvedimento è stato Trasportounito, col segretario generale Maurizio Longo: “Varare misure in materia di trasporti, senza ascoltare neppure una volta i diretti interessati, utilizzando la via della decretazione e […]
Continuano a fare discutere le norme introdotte dal Dl Infrastrutture (pubblicato ieri in Gazzetta dopo la definitiva conversione parlamentare) in materia di autotrasporto.
A criticare il provvedimento è stato Trasportounito, col segretario generale Maurizio Longo: “Varare misure in materia di trasporti, senza ascoltare neppure una volta i diretti interessati, utilizzando la via della decretazione e rendendo vigenti norme di favore e di vantaggio solo per pochi, è davvero un po’ troppo. Il tutto, per giunta, rinviando a tempi posteriori alla conversione in legge, il confronto (a quel punto quasi grottesco oltre che inutile) con le categorie interessate”.
Al primo posto del cahier de doléances di Longo c’è l’intervento sui trasporti eccezionali, che finora aveva suscitato più che altro la perplessità dei caricatori: “Senza preventivi confronti tecnico-economici nel trasporto delle merci, sono stati privilegiati all’interesse generale quelli di parti ben individuabili. Nel settore dei trasporti eccezionali si è dato valore immediatamente attuativo a una norma che causerà il blocco istantaneo di 500 veicoli, e con una liberalizzazione dei semirimorchi di oltre 15 metri che non otterrà il risultato sbandierato di una riduzione dei viaggi (1 solo pallet in più rispetto agli autotreni) generando invece confusione e difficoltà operative”.
La norma sui trasporti eccezionali, che abbassa i limiti per i pezzi unici, per Longo è “condivisibile nella misura in cui rimedia ad aperture sconsiderate attuate in passato, ma, come spesso avviene, arriva dalla sera alla mattina, senza un confronto con la categoria, senza tenere conto degli investimenti fatti dalle imprese sulla base di paletti che vengono spostati all’improvviso”. Insieme all’intervento sulla lunghezza massima dei semirimorchi – “adottata senza neppur rendere noti i risultati della sperimentazione eseguita” – un favore, secondo Longo, per i produttori di rimorchi e semirimorichi, fatto “senza minimamente tener conto delle restrizioni fisiche delle strade italiane, dalle rotonde ai porti”.
Non manca una critica in materia di “revisione dei mezzi industriali alle officine private: viene ancora impedita agli autoveicoli (motrici e trattori) e concessa ai rimorchi per i quali già si prevedono aumenti di costo non indifferenti”. Ma la stoccata finale è riservata al “contributo a fondo perduto per l’acquisizione delle abilitazioni di guida a giovani conducenti senza neanche prendere in considerazione il fatto che la carenza di conducenti non è legata al costo della patente ma è conseguenza di una concatenazione di cause ben più ampie e che in quanto tale richiede interventi di carattere strutturale”.
Qui gli “interessi di parti ben individuabili” sono quelli delle scuole guida: “Quando l’Italia si è adeguata alle normative europee sulla Cqc – carta di qualificazione del conducente, fra le due strade possibili – quella del corso+esame e quella del solo esame – ha scelto la prima. Se si volesse davvero affrontare il problema della difficoltà di accesso alla professione sarebbe quindi bastato ritornare su questa scelta, consentendo di ottenere la Cqc solo sostenendo l’esame e non un obbligatorio e costoso corso”.
Non è tutto: “In compenso il Decreto Legge non si occupa dei maggiori costi del carburante che, con le attuali condizioni normative, non possono essere rimbalzate sul costo finale della merce; ignora il problema dei tempi di attesa al carico e allo scarico, oggetto di una disposizione di legge che è quotidianamente violata; non si occupa del tema ormai scottante dei tempi di pagamento e della certezza del credito per le imprese di autotrasporto”.
Ma la beffa è che il mancato confronto col Ministero è imputabile ad alcune associazioni di categoria, accusa infine Longo mostrando l’avviso di rinvio ricevuto dal gabinetto della viceministra Teresa Bellanova riguardo ad un incontro programmato pochi giorni dopo il varo del decreto e saltato per “improrogabili impegni” di non meglio specificate sigle: “Non certo Trasportounito, che il 14 settembre come ogni altro giorno non ha impegni più importanti di un’interlocuzione col Ministro su norme decisive per il settore”.
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