Anche l’Onu preoccupata per la crescente concentrazione tra carrier
Negli ultimi dieci anni l’offerta globale di trasporto marittimo si è andata consolidando e restringendo, tanto da aver portato Unctad – la Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo – a invocare nella sua ultima Review, in pubblicazione oggi, una “più forte cooperazione internazionale” sul tema delle pratiche limitative della concorrenza nel settore. […]
Negli ultimi dieci anni l’offerta globale di trasporto marittimo si è andata consolidando e restringendo, tanto da aver portato Unctad – la Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo – a invocare nella sua ultima Review, in pubblicazione oggi, una “più forte cooperazione internazionale” sul tema delle pratiche limitative della concorrenza nel settore.
Tra il 1996 e il 2022 – rileva l’agenzia – la fetta di mercato detenuta dai primi 20 operatori globali (in termini di capacità di trasporto) è infatti cresciuta dal 48% al 91%. Anche però restringendo il campo ai primi 10 operatori, l’analisi mostra come ad oggi questi ‘coprano’ una fetta pari all’84% del totale (dal 64% del 2012), mentre i primi 4 top carrier valgono il 58% (a fronte del 42% di dieci anni fa). L’evoluzione storica evidenzia in particolare una conquista di quote, da parte dei big, particolarmente forte negli anni tra 2016 e 2018, nell’ambito comunque di una costante tendenza al consolidamento.
Non solo: secondo Unctad, in 110 paesi analizzati, e in particolare nei piccoli stati insulari, si è assistito negli anni a un calo del numero di operatori di trasporto, con il caso limite di alcune realtà in cui da un duopolio si è passati a un monopolio ovvero alla presenza di un solo fornitore di servizi. Una situazione che sta preoccupando l’agenzia, che tra le raccomandazioni riportate in conclusione al suo report 2022 ha dedicato un paragrafo proprio al tema della competitività, nel quale ha invocato il rafforzamento della capacità delle autorità di regolamentazione nazionali, l’introduzione di indici più trasparenti per i costi di trasporti, ma anche una “maggior collaborazione tra authority ed enti garanti della concorrenza per rispondere all’integrazione verticale messa in atto dai vettori con misure a tutela della concorrenza”.
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