Allarme su sanzioni e spedizioni: “Attenzione a vendere Ex works”
Milano – Con un intervento dal titolo ‘La bomba delle sanzioni: la Russia e le restrizioni al commercio internazionale’ ha preso parte anche alla settima edizione di Shipping, Forwarding&Logistics meet Industry il presidente di Awos (A world of sanctions), Zeno Poggi, mettendo in guardia i caricatori e i ricevitori di merci in import/export dai rischi […]
Milano – Con un intervento dal titolo ‘La bomba delle sanzioni: la Russia e le restrizioni al commercio internazionale’ ha preso parte anche alla settima edizione di Shipping, Forwarding&Logistics meet Industry il presidente di Awos (A world of sanctions), Zeno Poggi, mettendo in guardia i caricatori e i ricevitori di merci in import/export dai rischi conseguenti alle sanzioni internazionali e ai termini di vendita e di trasporto utilizzati.
Durante il suo intervento Poggi ha sottolineato come le sanzioni Ue e Usa alla Russia abbiano posto al centro dell’attenzione di imprese e banche, mai come era accaduto in passato, il problema complesso di come affrontare il commercio internazionale in paesi dove sono in vigore programmi sanzionatori.
“Sono 250 i soggetti sanzionate in Italia fra cui molte imprese e navi” ha esordito nel suo intervento Poggi, sottolineando che prima dello scoppio del conflitto in Ucraina c’erano “oltre 600 aziende italiane a Mosca ma molte hanno chiuso per effetto delle sanzioni Usa, non per quelle Europee”.
Venerdì 24 febbraio è in arrivo il 10° programma sanzionatorio dell’Unione Europea verso la Russia e la Bielorussia e a questo proposito Poggi ha spiegato che “gli effetti delle sanzioni sono notevoli, producono risultati importanti e costano molto meno di un’azione militare”.
Ma le sanzioni rappresentano anche un’enorme minaccia per le aziende attive nell’import/export di merci: “Con la resa di vendita Ex Works le aziende italiane rischiano di non sapere dove va a finire un bene. A Malpensa già è stato sanzionato un trasporto aereo per questo. Vanno verificati i soggetti e le aziende destinatarie”. Perché non solo la Russia figura fra i Paesi oggetto di sanzioni ma anche “Bielorussia, Iran, Afghanistan, Serbia, una provincia della Cina e il Venezuela”.
Questo il monito del presidente di Awos (A world of sanctions): “Non si può lasciare il trasporto a chi non si è certi se sia coinvolto o meno nelle sanzioni. Invito le imprese a dotarsi di sistemi di compliance perfetti”. La stima del valore dei beni italiani in export bloccati per effetto delle sanzioni verso la Russia è di circa 1 miliardo di euro.
Nicola Capuzzo