Cargo On sbarca in Italia puntando ai clienti del settore industriale
Milano – I tempi sono maturi perché anche in Italia si possa assistere a una svolta digitale del settore della logistica. A segnalarlo è tra le altre cose il recente arrivo (in particolare a Milano) di diversi fornitori di soluzioni It specializzate, ai quali si è aggiunto da poco anche Cargo On. Nata lo scorso […]
Milano – I tempi sono maturi perché anche in Italia si possa assistere a una svolta digitale del settore della logistica. A segnalarlo è tra le altre cose il recente arrivo (in particolare a Milano) di diversi fornitori di soluzioni It specializzate, ai quali si è aggiunto da poco anche Cargo On.
Nata lo scorso anno come business unit di TransEu, gruppo polacco sorto come borsa carichi, la società – che si è presentata ieri ufficialmente alla stampa – intende proporsi al mercato italiano come punto di incontro digitale tra offerta e domanda di trasporto stradale (in ambito europeo) rivolgendosi in particolare sul secondo fronte a una clientela di committenti industriali. Al di là della pura funzione di matching, la piattaforma ha però ambizioni più ampie, dato che l’idea alla base è quella di portare al trasferimento sulla suite informatica –un SaaS ovvero Software as a Service, basato sul cloud – sia i caricatori-acquirenti del servizio di trasporto sia i loro fornitori, fornendo in aggiunta un sistema trasparente per tenere traccia delle comunicazioni, degli accordi raggiunti e delle operazioni.
Più nel dettaglio, la proposta di Cargo On – ha illustrato il Country Manager per l’Italia, Nicolò Calabrese – include la possibilità per i committenti di avviare tender (spot o per un insieme di rotte), tra i propri fornitori abituali così come di allargarli ad altri già presenti sul sistema TransEu. Ottenute le quotazioni dai vettori disponibili, l’utente può negoziarle e poi concludere un deal. Come detto il sistema (che si integra con piattaforme aziendali quali Erp o Tms) segue però anche la fase successiva all’ordine, prevedendo funzioni per la gestione degli slot di carico e scarico, fornendo visibilità sullo stato del trasporto (grazie anche alla gestione di Pod ed e-Cmr tramite app da parte degli autisti) e, sulla base dei dati così raccolti, generando reportistica, ad esempio su costi o performance.
I vantaggi, secondo l’azienda, sono evidenti: “Riduzione del 3% nelle spese di trasporto per via dell’allocazione automatica, risparmio del 70% sui tempi di esecuzione, dell’80% nella velocità di comunicazione tra le controparti”, ha spiegato ancora Calabrese. La gestione più efficiente e trasparente delle operazioni porterebbe inoltre a una diminuzione dell’80% degli extra-costi che derivano dalle ore di attesa passate da autisti e camion nei punti di carico per via della mancata pianificazione delle operazioni.
Rispetto alla risposta del mercato italiano, Cargo On esprime grande fiducia, proprio per via dell’approccio ‘tradizionale’ che solitamente caratterizza i rapporti tra azienda e trasportatori in Italia, ma di contro anche per via del bisogno sempre più avvertito dalle piccole e medie imprese di digitalizzarsi. “I dati raccolti tra i clienti – ha spiegato Calabrese – ci dicono che il 39% di loro usa email o telefono, il 62% usa fogli Excel per ordini di trasporto, il 44%si trova a modificare gli ordini di carico per la mancata puntualità del vettore, il 30% paga ore di strardinario per pianificazione poco strutturata”.
Se dunque le Pmi sono inevitabilmente nel mirino, per il 2023 – ha spiegato il Ceo di Cargo On Antoine Betrandy – l’obiettivo è però quello di portare in Italia sulla piattaforma almeno “7 clienti, committenti del settore industriale”, tra i quali – ha aggiunto a margine Calabrese – potranno esserci ad esempio “cartiere e acciaierie”, ma anche dell’ambito degli alimentari e dei beni di consumo. Nell’intero mercato europeo, la società, che oggi è presente in 22 paesi, punta a raggiungere la posizione di leadership nell’arco di 5 anni.
Che per la logistica italiana sia finalmente giunta l’ora della svolta digitale (e dei suoi effetti di effcientamento) si è detto convinto anche Damiano Frosi, direttore dell’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano intervenuto durante l’evento con una presentazione che ha passato in rassegna i fenomeni che la rendono ormai inevitabile, dalla carenza di autisti (il gap è di 30mila unità) al crescere del costo della manodopera (+1,5% nel 2022 “ma solo per quel che riguarda quanto stabilito dall Ccnl, negli ultimi mesi notiamo aumenti delle buste paga anche di 4-500 euro al mese sulla base di contrattazioni con le aziende”).
“Se una decina di anni fa una barriera alla digitalizzazione del settore – ha osservato Frosi – si poteva trovare nell’adozione di certi strumenti da parte degli autisti, questo ormai non è più vero. Quasi tutti hanno uno smartphone e apprezzano l’idea di avere una app che dica loro ad esempio quali sono i tempi di attesa in un certo Cedi. Il limite a volte si trova a livello dirigenziale, perché la digitalizzazione offre trasparenza e quindi in certi casi va a intaccare zone ‘grigie’ ed equilibri di potere consolidati”.
Francesca Marchesi
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