La Svizzera prepara una stretta sull’autotrasporto merci transfrontaliero
Il Consiglio federale svizzero ha inviato al Parlamento del paese alcune proposte di modifica di legge che hanno come obiettivo quello di garantire “una concorrenza leale tra le imprese attive nel trasporto merci internazionale su strada”. Nel concreto l’iniziativa mira a rendere obbligatorio l’obbligo di licenza anche per le imprese attive nel trasporto merci che […]
Il Consiglio federale svizzero ha inviato al Parlamento del paese alcune proposte di modifica di legge che hanno come obiettivo quello di garantire “una concorrenza leale tra le imprese attive nel trasporto merci internazionale su strada”.
Nel concreto l’iniziativa mira a rendere obbligatorio l’obbligo di licenza anche per le imprese attive nel trasporto merci che impiegano mezzi tra le 2,5 e le 3,5 tonnellate, così come già avviene per quelle che si servono di autocarri con massa superiore alle 3,5 tonnellate, nonché a contrastare le cosiddette società “buca delle lettere”.
Con l’obbligo di licenza, spiega in una nota lo stesso Consiglio, “la Confederazione garantisce che nel trasporto stradale siano attive imprese che adempiono le condizioni di affidabilità, capacità finanziaria e capacità professionale”. La proposta di legge non avrà effetto sui trasporti non professionali di materiale e attrezzatura di artigiani.
La seconda modifica è stata individuata per “impedire che in un Paese imprese di trasporto estere possano aprire ditte di comodo allo scopo di aggirare il divieto di cabotaggio o di approfittare di standard sociali inferiori per gli autisti”.
Una terza proposta, relativa alla revisione della legge sui lavoratori distaccati, che prevedeva lo scambio di informazioni e l’assistenza amministrativa nel controllo delle condizioni salariali e lavorative di imprese di trasporto svizzere che inviano i propri autisti nell’Ue, è stata invece accantonata. Di conseguenza, come segnala la nota, per il trasporto stradale tra la Svizzera e l’Ue continuerà ad applicarsi il vigente diritto sui lavoratori distaccati, le cui differenze con la normativa europea non hanno però “un forte impatto nella pratica”.