Per Cia – Agricoltori Italiani necessario un pacchetto di nuove politiche per logistica e trasporti
La competitività dell’agricoltura e dell’agroalimentare italiano, sia sul mercato interno che estero, dipende anche dal sistema della logistica e dei trasporti. In una Italia sbilanciata verso i traffici su gomma, è necessario “invertire la rotta, incentivando anche il transito ferroviario o marittimo, stimolando l’integrazione produttiva e commerciale fra diversi mercati nazionali e risolvendo l’ultimo miglio […]
La competitività dell’agricoltura e dell’agroalimentare italiano, sia sul mercato interno che estero, dipende anche dal sistema della logistica e dei trasporti. In una Italia sbilanciata verso i traffici su gomma, è necessario “invertire la rotta, incentivando anche il transito ferroviario o marittimo, stimolando l’integrazione produttiva e commerciale fra diversi mercati nazionali e risolvendo l’ultimo miglio del digital divide che isola le zone rurali, già tragicamente note per strade obsolete, frane e dissesto”. Lo scrive in una nota Cia – Agricoltori Italiani, associazione di categoria che conta circa 900 mila iscritti in Italia. La presa di posizione è arrivata nei giorni scorsi, alla vigilia della Giornata mondiale sulla sicurezza alimentare, in occasione della quale il presidente Cristiano Fini ha partecipato a un incontro del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste organizzato in vista del vertice Onu sul tema che si terrà a fine luglio a Roma.
“Serve un pacchetto di nuove politiche -ha dichiarato Fini – che coinvolga i settori della logistica e dei trasporti nel più ampio processo di sviluppo e accessibilità alla transizione green e digitale, e che rinnovino, in chiave comune, l’obiettivo della sicurezza alimentare globale”.
Nel suo intervento Fini ha sottolineato la necessità di “sistemi di logistica orientati alla concentrazione e all’efficientamento della produzione agricola, soluzioni blockchain per una gestione più efficace delle attività del comparto agroalimentare, processi di riduzione della burocrazia e un Pnrr davvero in grado di innescare la revisione infrastrutturale del Paese” come elementi chiave a sostegno del settore.
“Quella italiana -ha aggiunto – è una filiera agroalimentare con un indotto da oltre 550 miliardi di euro, con 4 milioni di lavoratori, 740 mila aziende agricole e 70 mila alimentari, più di 330 mila realtà della ristorazione e 230 mila punti vendita al dettaglio. Un settore vitale che, però, ancora non risolve difficoltà organizzative serie e che finisce per marginalizzare la forza economica dell’agricoltura, privata del giusto riconoscimento e limitata nella produttività, su cui gioca un ruolo determinante proprio il sistema delle infrastrutture e dei servizi logistici”.
Tra gli spunti lasciati dal presidente di Cia durante l’incontro, anche la necessità di favorire “l’integrazione logistica tra le imprese di trasporto agroalimentare”, così come la “concentrazione dell’offerta, a partire dal ruolo chiave della cooperazione, elemento strategico di aggregazione della fase agricola nei rapporti di filiera”.