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“Consolidamento cercasi per non diventare semplici domiciliatari delle iniziative logistiche altrui”
Estratto di un contributo pubblicato sul sito di Confetra a cura del vicepresidente Marco Migliorelli Faccio un excursus storico e riporto una simpatica e datata definizione dei logistici, ma significativa anche ai giorni nostri: “I logistici sono molto richiesti in tempo di guerra, ma cadono nell’oblio in tempo di pace. Sono uomini concreti………; emergono […]
Estratto di un contributo pubblicato sul sito di Confetra a cura del vicepresidente Marco Migliorelli
Faccio un excursus storico e riporto una simpatica e datata definizione dei logistici, ma significativa anche ai giorni nostri: “I logistici sono molto richiesti in tempo di guerra, ma cadono nell’oblio in tempo di pace. Sono uomini concreti………; emergono durante la guerra, perché la guerra è essenzialmente un fatto concreto. Scompaiono in tempo di pace, perché la pace è soprattutto teoria”.
[…] Se oggi, come è già stato fatto notare, sostituiamo alla parola guerra la parola “competizione industriale”, non stravolgiamo il senso della espressione e si contestualizza la nostra attività nella competizione globale sui mercati delle commodities in genere, dove il nostro ruolo rappresenta il valore aggiunto della produzione. Indispensabili per concretezza, in una relazione di filiera col prodotto.
[…] Per dare concretezza a questa filiera, che all’estero da tempo hanno favorito al punto che le iniziative logistiche sono attualmente sempre più concentrate nelle mani di pochi colossi stranieri, è necessario che la considerazione del nostro ruolo cresca a livello politico e istituzionale, senza ulteriori ritardi che risulterebbero irrecuperabili. Quindi il paese deve darsi una politica trasportistica e logistica, che consenta l’economicità dell’obiettivo spazio temporale.
[…] Quindi va favorita la crescita e il consolidamento della filiera che unisce il mondo produttivo a quello dei servizi logistici, attraverso investimenti materiali e immateriali; infrastrutture e digitalizzazione legate a piani strategici di sviluppo del territorio nel rispetto dell’ambiente; intelligenza artificiale applicata alla produzione e trasporti + banda ultra larga per le interconnessioni in tempo reale; applicazione uniforme delle norme su tutto il territorio nazionale; burocrazia snella ed esternalizzazione di funzioni; sostegno per il rientro in Italia di tutte le operazioni logistiche legate all’utilizzo preponderante delle condizioni “franco fabbrica” nelle compravendite internazionali che utilizzano il container come modalità di trasporto; sostegno alla crescita delle nostre aziende di logistica, favorendo anche aggregazioni, affinché si possa competere con i pochi player internazionali che stanno pericolosamente concentrando su di sé le attività logistiche; sostenere una cultura logistica a tutti i livelli scolastici.
Il fine è la creazione di campioni nazionali della logistica perché l’Italia ha bisogno di recuperare reddito e occupazione, garantiti dagli stessi “campioni della logistica”.
Il fallimento di queste politiche porterà necessariamente ad una decrescita del Pil, perché favorirà la definitiva concentrazione delle iniziative logistiche in mano a pochi player internazionali che, peraltro, avranno gli strumenti per orientare pericolosamente i mercati e le produzioni e paradossalmente saranno favoriti dagli investimenti infrastrutturali programmati.
Da dominus della produzione e delle relative iniziative logistiche rischiamo di divenire succubi di un sistema esterno concentrato, in grado di imporre tempi e costi anche alla produzione. Ed il nostro ruolo si trasformerebbe in semplici domiciliatari delle iniziative logistiche altrui.