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Spedizionieri merci cautamente ottimisti su una ripresa del mercato nel 2021
Il Centro Studi Fedespedi (Federazione nazionale delle case di spedizioni) ha pubblicato il secondo report su “L’impatto del Covid-19”, un’analisi degli effetti economici e delle conseguenze sul trasporto merci della crisi innescata dalla pandemia tuttora in atto, con focus su trasporto marittimo e cargo aereo, che segue e aggiorna il primo report diffuso a luglio […]
Il Centro Studi Fedespedi (Federazione nazionale delle case di spedizioni) ha pubblicato il secondo report su “L’impatto del Covid-19”, un’analisi degli effetti economici e delle conseguenze sul trasporto merci della crisi innescata dalla pandemia tuttora in atto, con focus su trasporto marittimo e cargo aereo, che segue e aggiorna il primo report diffuso a luglio 2020 secondo gli ultimi dati disponibili.
Lo studio, disponibile sul sito di Fedespedi nella sezione Centro Studi, rileva che l’impatto sulle imprese di spedizioni internazionali è stato consistente. Da una indagine interna svolta presso gli associati emerge che il 70% circa delle imprese ha subito una flessione del fatturato nel corso del 2020. Più in dettaglio, il 36,4% delle imprese ha registrato una contrazione compresa tra l’11 e il 30%.
Per quanto riguarda le previsioni sul 2021, il sentiment delle aziende di spedizione è orientato a larga maggioranza (62%) verso un cauto ottimismo, con previsioni di sostanziale stabilità (38%) o leggera ripresa delle attività economiche, trainate dalle esportazioni. Solo il 9% prevede un’ulteriore forte decrescita del ciclo.
Settore marittimo
Per quanto riguarda il traffico container a livello mondo, nei primi nove mesi dell’anno si è attestato intorno ai 122 milioni di Teu, con una flessione del 3,5% sullo stesso periodo del 2019. Il traffico infraregionale tiene di più con volumi sostanzialmente invariati per i trade europei (-0,9%). L’andamento dei noli si muove in senso opposto al traffico container, registrando un aumento del livello dei prezzi di quasi il +200% da aprile a novembre 2020 (tratta Med Sea). Una vera e propria “bolla dei noli”, alimentata soprattutto dalla riduzione dell’offerta realizzata dalle compagnie di navigazione tramite politiche di blank sailing.
In sofferenza i principali porti container italiani, che nel periodo gennaio-settembre segnano -11%: punte negative a La Spezia (-21,1%) e Genova (-13,1%); tiene, invece, Trieste (+1,1%). In controtendenza il porto di Savona che registra +142,5% grazie all’inizio delle attività operative del nuovo terminal Vado Gateway. Migliori performance, invece, per i porti del Mediterraneo (-2,9%) e per i principali porti a livello mondiale (-2,3%).
Cargo aereo
Il cargo aereo resta il settore più colpito. Tuttavia, le stime di perdita del comparto segnano un miglioramento: -1,5% nel 2020 in termini di CTK (cargo&mail t-Km) rispetto al -16,8% previsto a luglio, mentre è prevista una ripresa consistente nel 2021 (+13,1%), grazie alla domanda proveniente dall’e-commerce e dai beni di consumo elettronici. La scarsità di stiva, a causa del crollo dei voli paasseggeri (belly cargo), continua comunque a incidere pesantemente sulla velocità di ripresa del traffico merci aereo.
Questo trend è confermato dall’andamento dei principali aeroporti italiani. Nei primi 10 mesi del 2020 il traffico è calato del -26,4% (-60,6% Roma FCO, -53,7% a Bergamo Orio al Serio, -12% Milano MPX). A ottobre, però, si è registrata una crescita del 12,8% su settembre, dove spicca Milano MPX con +19,3%.
Economic outlook
Europa – rispetto allo scenario di luglio si evidenzia una previsione della flessione del Pil a livello mondo in leggero miglioramento (dal -4,9% al -4,4%) a cui si contrappone, però, una previsione di crescita per il 2021 al 5,2% contro il 5,4% stimato a luglio (dati del Fondo Monetario Internazionale – FMI). I numeri a livello mondo sono il risultato di scenari molto diversi a livello regionale. Le economie asiatiche dovrebbe contenere la riduzione del Pil al -1,7% e segnare una ripresa del +8% nel 2021. Diversa la situazione per l’Unione Europea e soprattutto per l’Area Euro per cui si stima un -8,3% quest’anno e un +5,2% per l’anno prossimo. È proprio l’Europa, infatti, insieme al Nord America, a risentire maggiormente del crollo degli scambi a livello globale con l’export che registra il -11,7% nel 2020 secondo i dati World Trade Organization (Wto).
Italia – Si evidenzia una battuta d’arresto del trend positivo del dopo lockdown di primavera. La produzione industriale di settembre registra una flessione del -5,6% rispetto ad agosto in un quadro economico che resta caratterizzato da debolezza della domanda aggregata, clima deflazionistico e aumento del risparmio privato delle famiglie che ha raggiunto i 1.061 miliardi di euro nel secondo trimestre 2020 (+14 miliardi sul primo trimestre). Si conferma la tendenza negativa del commercio internazionale: nei primi 10 mesi del 2020 il nostro Paese raggiunge -12,4% per l’export e -17,3% per l’import.