Interporto di Trieste: su il traffico intermodale, giù il trasporto pesante nel 2022
Transiti su gomma in diminuzione del 18,9% come conseguenza della guerra in Ucraina
Gli azionisti di Interporto di Trieste SpA hanno approvato il bilancio d’esercizio 2022, chiuso con un utile di 369mila euro (contro i 73mila del 2021) e un valore della produzione pari a 9,2 milioni (8 milioni l’anno precedente). Fatta eccezione per i mezzi pesanti, lo scalo ha registrato numeri in crescita anche sotto il profilo dei traffici, pari a 360.795 tonnellate di merce (+ 6,7% rispetto al 2021) e 28.572 Teu (da 6.358 containers e 8.270 unità intermodali, e a fronte dei 16.954 Teu dell’anno prima). In aumento anche il numero dei treni intermodali e general cargo allestiti (366 contro i 349 del 2021), mentre come detto sono calati i transiti dei mezzi pesanti (115mila, -18,9%) per effetto del “quasi azzeramento” di quelli in arrivo dall’Ucraina e dell’azzeramento totale di quelli provenienti da Russia e Bielorussia.
L’incremento delle attività della logistica, espresso in tonnellate movimentate, si legge in una nota della società, è frutto del “forte incremento delle movimentazioni effettuate nella nuova sede di FREEeste”, che ha fatto sì che per la prima volta dall’acquisizione dell’area nel 2017 le tonnellate movimentate nella sede di Bagnoli (54% delle 360.795 tonnellate complessive) abbiano superato quelle del terminal di Ferretti.
Tra le attività degne di nota occorse nel 2022, Interporto di Trieste Spa sottolinea il rafforzamento del rapporto e della collaborazione commerciale con la controllata Interporto di Cervignano, così come la realizzazione di investimenti (in ammodernamento delle strutture esistenti, efficientamento e sostenibilità dei flussi logistici) per 16 milioni di euro.
Con l’obiettivo di dare ulteriore spinta allo sviluppo dell’intermodalità, al miglioramento delle infrastrutture logistiche e dei servizi offerti alle imprese, gli azionisti hanno inoltre deliberato un aumento di capitale di 6 milioni di euro finalizzato
“L’Interporto di Trieste – ha commentato il presidente Paolo Privileggio – con la gestione di quasi un milione di metri quadrati di strutture interportuali nelle sedi di Fernetti, FREEeste e della controllata Interporto di Cervignano, sta assumendo un ruolo sempre più centrale nella logistica regionale e mira ad un ulteriore sviluppo del Punto Franco attraverso il binomio industria-logistica come avvenuto con il recente insediamento di Bat (British American Tobacco, ndr)”. La società ha dato vita a un centro globale dedicato ai prodotti per il fumo a potenziale rischio ridotto (categoria in cui rientrano ad esempio le sigarette elettroniche) in grado di ospitare fino a 12 linee produttive.