In flessione l’export Italiano nel secondo trimestre 2023
Andamento negativo in tutte le aree a eccezione del Nord Ovest. Tra le province spiccano in positivo le performance di Torino, Milano, Napoli, Ascoli Piceno, Livorno e Siena
Istat ha diffuso i risultati principali del suo report relativo all’andamento dell’export italiano su base geografica nel secondo trimestre dell’anno.
Il periodo, rivela l’analisi, si è chiuso con una flessione congiunturale per tutte le ripartizioni territoriali, a eccezione del Nord-Ovest che risulta stazionario. Una riduzione molto ampia si è osservata per il Centro (-15,7%), mentre questa è stata più contenuta per il Nord Est (-2,6%) e per il Sud e Isole (-2,4%). Anche su base annua, l’export flette per tutte le ripartizioni, tranne che per il Nord Ovest dove la crescita risulta però in deciso rallentamento.
Tirando le fila dell’intero primo semestre, Istat riscontra una crescita su base annua dell’export in valore (+4,2%), con notevoli differenze però a livello territoriale. Cresce in modo netto il Sud (+14,0%) e in misura di poco superiore alla media nazionale il Nord-ovest (+6,6%) e il Centro (+5,3%). Una progressione contenuta si nota nel Nord Est (+1,7%), mentre per le isole si rileva invece una decisa contrazione (-19,6%).
Guardando alle singole regioni, nella prima metà dell’anno sono state più dinamiche (ovvero con maggior crescita delle esportazioni) la Campania (+25,5%), la Calabria (+20,6%), le Marche (+18,2%), il Molise (+16,2%) e il Piemonte (+15,6%), che da solo contribuisce per 1,4 punti percentuali alla crescita tendenziale dell’export nazionale. Positiva anche la performance di Lombardia (+3,5%) e Toscana (+10,4%) che fornisce un ulteriore contributo di 1,8 punti. Per contro, si segnalano le dinamiche negative di Lazio (-9,4%), Sicilia (-17,2%), Sardegna (-24,3%) e Friuli-Venezia Giulia (-9,7%).
Particolarmente importante nella prima metà dell’anno, in positivo, l’aumento delle vendite di autoveicoli dal Piemonte e di macchinari e apparecchi non classificati altrove (n.c.a.) da Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto, che spiega per 1,9 punti percentuali la crescita dell’export nazionale. Un contributo di 1,4 punti deriva inoltre dalle esportazioni di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici da Marche, Toscana e Campania. All’opposto, la contrazione dell’export di prodotti petroliferi raffinati da Sicilia e Sardegna, in particolare, e dalla Liguria, pesa in negativo per 0,9 punti percentuali.
Nel dettaglio, tra i singoli flussi i contributi maggiori alla crescita su base annua dell’export nazionale derivano dall’aumento delle vendite delle Marche verso la Cina (+1.875,8%), del Piemonte verso Francia (+29,5%) e Germania (+23,2%) e della Campania verso la Svizzera (+96,3%). Apporti negativi, invece, provengono dalla contrazione dell’export del Lazio verso Belgio (-36,4%) e Germania (-16,5%), della Toscana verso la Svizzera (-30,8%), della Lombardia verso la Germania (-7,1%) e della Sicilia verso la Turchia (-77,5%).
Infine passando all’andamento delle singole province il report segnala le performance positive di Torino, Milano, Napoli, Ascoli Piceno, Livorno e Siena, mentre i maggiori contributi negativi derivano da Siracusa, Cagliari e Latina.