Accelera l’export abruzzese: +12,1% nel primo semestre
Importante il contributo dell’automotive, che pesa per il 36% del totale regionale
La propensione all’export dell’Abruzzo e dei suoi distretti industriale “resta solida”. Lo afferma l’ultima relazione della Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo, i cui risultati per la regione sono stati presentati ieri a Chieti nel corso di un evento dal titolo: “Scenario e trend economici dell’Abruzzo. Le specializzazioni del territorio e i distretti industriali”.
Dopo un 2022 in cui la regione ha totalizzato vendite estere per 8,8 miliardi di euro (+2,1%), il primo semestre del 2023 si è chiuso con una nuova accelerata (+12,1% tendenziale). Il maggior contributo è arrivato dall’automotive (+10,9%), un comparto che, con oltre 1,8 miliardi, rappresenta anche il 36% del totale regionale. Bene sono andati però anche la farmaceutica (647 milioni, +51,3%), l’agro-alimentare (478 milioni, +14,7%) e il sistema moda (234 milioni, +19,8%).
Guardando all’attività dei distretti, l’analisi mostra un andamento “sostenuto” nei primi sei mesi del 2023 per le esportazioni, in aumento del 10,6% sullo stesso periodo del 2022 (a fronte di una crescita media nazionale del 2,3%). Complessivamente lo scorso anno le vendite estere dei distretti abruzzesi avevano raggiunto i 674 milioni di euro, con una crescita di quasi 120 milioni rispetto al 2021 (+21,6% a prezzi correnti), miglior risultato dal 2009. Per i due distretti dell’agro-alimentare i livelli di export del 2022 in particolare rappresentano il massimo storico mai raggiunto, con una crescita rispettivamente del 177% per la Pasta di Fara e del 336% per i Vini del Montepulciano di Abruzzo rispetto ai valori del 2008.
Nel complesso, ha rilevato ancora lo studio, grazie alla buona incidenza del settore manifatturiero nel tessuto economico, l’Abruzzo mostra unaa propensione all’export pari al 28%, superiore a tutte le altre regioni del Mezzogiorno sebbene leggermente sotto alla media italiana.