“Sostenibili anche economicamente i pallet in materiali di riuso”
I ‘bancali’ realizzati con scarti del Tetrapak costano 3-4 volte in meno di quelli standard e sono ‘rimacinabili’ per produrne altri, hanno spiegato Cpr e Lucart
Castellanza (Varese) – Tra le varie soluzioni per la logistica sostenibile presentate nell’ambito del convegno Green Logistics, andato in scena ieri alla Liuc, nella platea ha suscitato un certo interesse Noè, ovvero il sistema di pallet, riciclati dal Tetrapak, realizzati grazie a un progetto congiunto avviato da Lucart insieme a Cpr.
Già presentata alcuni mesi fa, l’iniziativa – che ha visto Conad come primo utilizzatore finale – durante l’evento è stata illustrata nel dettaglio da Enrico Frigo, Responsabile operations logistica di Cpr, e Giovanni Illibato, a capo della supply chain del gruppo cartario, che oltre ai dettagli più tecnici sulla composizione del prodotto hanno elencato i suoi vantaggi rispetto a ‘bancali’ simili.
Obiettivo del progetto – per il quale le due aziende hanno anche dato vita a una joint venture dedicata, ribattezzata Newpal – hanno spiegato, è stato quello di riciclare interamente il Tetrapak, materiale composito che oltre all’anima di carta comprende anche parti in plastica e alluminio. Se la prima viene recuperata con una certa facilità da Lucart (che la utilizza per linee di carta ‘naturale’ e non sbiancata’), dagli altri due (polietilene e allumino) la società ha invece ricavato un materiale nuovo in granulato (ribattezzato Al.Pe), che ha iniziato a impiegare per realizzare i dispenser per i suoi prodotti in carta. La loro produzione assorbiva però solo una quota limitata del materiale: da lì l’idea, poi rivelatasi corretta, di sfruttare lo scarto restante per la realizzazione di pallet, dove l’Al.Pe è miscelato a una parte di vetroresina.
Ad oggi le due aziende – ha spiegato Frigo – hanno realizzato (nello stabilimento di Cpr a Ferrara) circa 100mila pallet Noè, ma l’impianto ha la potenzialità di stamparne 250mila all’anno, impiegando circa 4.500 tonnellate di materia di scarto.
“Di pallet in plastica, lo sappiamo, ne esistono già molti nel mondo. Il nostro, proprio perché realizzato con materiali di recupero, permette innanzitutto di avere costi di produzioni inferiori di tre o quattro volte” ha spiegato Frigo, passando a illustrare i vantaggi della sua ‘creatura’. “Può essere soggetto a scheggiature, ma è interamente riciclabile: quando arriva il momento, lo si può ‘rimacinare’ per produrne altri e così via” ha ribadito infine a SUPPLY CHAIN ITALY a margine Illibato, rispondendo indirettamente ad alcuni dubbi sollevati al termine del convegno da Sergio Barbarino (manager P&G e presidente di Alice – Alliance for logistics nnovation through collaboration in Europe) rispetto alla durata reale del ciclo di vita del prodotto e alla sua riparabilità.
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