D’Arpa (P&G): “In Italia puntiamo su intermodalità ferroviaria oltre i 500 km”
Secondo il manager fino a qualche tempo fa nella Penisola quella del cargo ferroviario non era un’opzione percorribile, ma “ora le condizioni sono mutate, in meglio”
Castellanza (Varese) – Delle 10 strategie individuate da Procter & Gamble a livello globale per decarbonizzare la propria logistica, ce ne sono almeno due su cui il gruppo sta particolarmente facendo leva in Italia, in ragione delle caratteristiche specifiche del mercato e del territorio della Penisola.
“In Italia P&G si sta dedicando in particolare allo sviluppo dell’intermodale ferroviario” ha spiegato a SUPPLY CHAIN ITALY Pietro D’Arpa, vicepresidente per l’Europa dell’area Supply Chain, Logistica ed End to End Strategic Planning del gruppo Procter & Gamble, a margine del convegno ‘Green Logistics: dal dire al fare’ organizzato lo scorso 18 ottobre alla Liuc.
In particolare l’azienda per la Penisola ritiene “fattibile sviluppare tratte intermodali per percorsi dai 500 km di lunghezza in su”, e sta concentrando i suoi sforzi in questo senso nello sviluppo di collegamenti “dalla zona della Lombardia verso le aree del Centro-Sud, includendo un importante mercato come la Sicilia, ma anche per i viaggi da/per i nostri due principali magazzini tra il Lazio e la Lombardia”. Quella dell’intermodalità, secondo D’Arpa, in Italia è una opportunità che si è creata negli ultimi anni: “Fino a qualche tempo fa, il cargo ferroviario non era una opzione percorribile, ora le condizioni sono mutate, in meglio”.
Il trasferimento su ferro dei trasporti non è però l’unica ricetta che P&G intende utilizzare sul territorio italiano. Dato il peso perdurante del trasporto su gomma, un altro ambito di intervento nella Penisola “è quello relativo alla ottimizzazione dei carichi su strada”. Un obiettivo che P&G persegue tramite l’utilizzo di strumenti digitali “che ci consentono una migliore pianificazione”, ma anche – ha aggiunto il manager – “allacciando partnership con altre aziende della committenza, pure utilizzatrici di servizi di trasporto, nella direzione quindi di una logistica collaborativa”.
Relativamente al trasporto su strada, il vicepresidente dell’area Supply Chain di P&G ha anche chiarito che una parte dell’impegno dell’azienda sta andando nella direzione di “offrire delivery time sempre più precisi, tramite tracciamento in tempo reale dei carichi”. “Per i nostri partner commerciali – ha aggiunto – non sempre le consegne più veloci sono quelle preferibili, è più importante l’affidabilità dei tempi di consegna fissati”.
Durante il convegno, l’intervento di D’Arpa ha offerto uno sguardo più ampio sulle 10 strategie messe in campo dal gruppo per decarbonizzare la propria logistica – in particolare la fase del trasporto, “che pesa per il 90%” – con l’obiettivo di abbattere del 50% le emissioni legate alla distribuzione dei propri prodotti entro il 2030 (rispetto a quelle del 2020).
Oltre alle due iniziative già citate, P&G – ha spiegato D’Arpa – punta a evitare il trasporto aereo (tuttora, ha ammesso il manager, comunque già insignificante), ma anche sull’impiego di carburanti alternativi e sul ridisegno delle proprie supply chain, con l’obiettivo di ridurre i km percorsi. A queste misure “pesanti”, il gruppo ne sta affiancando però anche, altre definite “leggere”: la collaborazione con carrier che operano scelte di sostenibilità, la sigla di partnership con retailer ‘chiave’, il supporto ai claim proposti dai singoli brand del portafoglio del gruppo in tema, la formazione dei dipendenti, così come la necessità di premiare e dare riconoscimento alle iniziative meritevoli in questo ambito.
F.M.
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