Alla vigilia del Black Friday 2023 si riaccende lo scontro tra Amazon e sindacati
In sciopero nella giornata di domani i lavoratori degli stabilimenti italiani e non del gruppo
Il Black Friday 2023 si svolgerà domani 24 novembre. Mentre molti consumatori attendono la scadenza per acquistare a prezzi scontati su svariate piattaforme (anche se molte hanno lanciato le proprie offerte già nei giorni scorsi), lo scontro si è già acceso nell’epicentro logistico del commercio on line in Italia, il polo di Castel San Giovanni dove ha sede il magazzino centrale di Amazon.
Anche quest’anno, il quarto consecutivo, gli addetti dell’impianto, insieme ai colleghi degli altri hub e depositi dell’azienda in giro per l’Italia, incroceranno le braccia, nell’ambito di una mobilitazione che per la verità era già iniziata nei giorni scorsi. La giornata di sciopero nazionale si inserisce nell’ambito delle iniziative che a livello globale rientrano nella campagna Make Amazon Pay, cui aderiscono una ottantina di organizzazioni attive nel mondo (tra cui l’Itf, International Transport Workers). Gli attivisti della campagna accusano l’azienda fondata da Jeff Bezos di “sottoporre magazzinieri e autisti a un ambiente ad alta pressione che li porta ad abbandonare il lavoro”, mentre “triplica i profitti nel terzo trimestre del 2023”, di “schiacciare le comunità” approfittando del suo avere la sede legale centrale in Lussemburgo, e di avere ridotto le sue emissioni nel 2022 solo dello 0,4%, con un ritmo che le consentirà, secondo i loro calcoli, di raggiungere l’obiettivo delle zero emissioni “solo nel 2378”, anziché nel 2040.
Allineate, ma anche ovviamente più specifiche, le rivendicazioni italiane, dove a proclamare l’astensione dal lavoro sono state Cgil e Ugl. La prima cita tra i motivi della protesta la retribuzione “inaccettabile” a fronte dell’andamento economico di Amazon, l’assenza di forme di welfare, il mancato aumento dell’importo dei buoni pasto e la “mancanza di attenzione” per questioni relative a salute e sicurezza, nonché il frequente ricorso a contestazioni disciplinari per “futili motivi”. Anche la Cgil ha chiesto che Amazon si impegni a ridurre il proprio impatto ambientale e a pagare l’intero importo delle tasse in ciascuno dei paesi in cui è presente e opera. Ugl invece segnala “il malessere dei lavoratori rispetto al rifiuto dell’azienda a concedere i benefici richiesti e a fronte dell’aumento retributivo di solo l’1,1%”.
Amazon ha replicato dicendosi “in disaccordo” con le posizioni della campagna Make Amazon Pay e ricordando che in Italia ha creato “18.000 posti di lavoro a tempo indeterminato, di cui circa 1.700 solo a Castel San Giovanni”. Per quel che riguarda il polo piacentino, ha aggiunto, laddove “la retribuzione di ingresso prevista dal Ccnl commercio è pari a 1655,98 euro”, sulla base “di una procedura interna di revisione annuale degli stipendi, a partire dal 1º ottobre 2023, la retribuzione di ingresso a Castel San Giovanni è stata portata a 1.765€”. Sul tema della sicurezza, l’azienda infine ha aggiunto di avere investito solo in questo ambito “circa 7 milioni di euro ed erogato oltre 400mila ore di formazione”.
L’appuntamento annuale del Black Friday suscita però sempre più spesso anche polemiche e riflessioni rispetto anche ai suoi costi ambientali. In uno studio pubblicato nel novembre 2022, la Ong Transport & Environment evidenziava come la giornata di maxi sconti avrebbe provocato in Europa un aumento esponenziale in particolare del traffico su strada, generando nella settimana che lo includeva 1,2 milioni di tonnellate di Co2, ovvero circa 600mila in più rispetto alla media, solo per i trasporti verso i magazzini centrali (ovvero senza includere le consegna via van ai consumatori).
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