‘Salvi’ i lavoratori della logistica Prenatal di Castel San Giovanni
Scongiurato il trasferimento a Pavia, le attività resteranno nel polo piacentino
“Lunedì 12 febbraio ore 10.00 Milano, siamo riusciti a convincere Prenatal a rimanere a Castel San Giovanni (Piacenza) e salvare tutti i 140 posti di lavoro”. Lo ha comunicato poco fa la Filt Cgil di Piacenza, con un annuncio che pare chiudere già positivamente la vertenza che negli ultimi giorni aveva visto contrapposti i lavoratori della logistica del noto marchio di prodotti per l’infanzia e le controparti datoriali, tra cui Geodis, che in questa attività impiega appunto 140 addetti tramite attraverso il Consorzio Cal e la Cooperativa Leo.
Al centro della vertenza, che nei giorni scorsi aveva trovato ampio spazio sulle pagine delle testate locali, c’era la decisione della azienda di trasferire l’attività dal polo piacentino, in cui questa è svolta da una decina di anni, a Pavia. Al riguardo, le segreterie di Filt Cgil Piacenza e Fit Cisl Piacenza avevano chiesto di avere risposte chiare sul futuro dei lavoratori, considerando come punto di partenza – ma anche come extrema ratio – la possibilità di garantire ricollocazioni e in seconda battuta indennizzi economici agli interessati e invocando in via prioritaria il mantenimento sul territorio dell’attività.
Le due sigle sindacali avevano detto inoltre di considerare il trasferimento della logistica di Prenatal come “un’operazione anomala”, che trovava motivazione nel fatto che l’ Emilia Romagna, regione in cui si trova il comune di Castel San Giovanni, sia il territorio in cui è stato siglato il Patto per il Lavoro e per il Clima, cui si sovrappone a livello locale anche “un protocollo d’intesa sulla logistica firmato dalle organizzazioni sindacali, da istituzioni e dalla parte datoriale che favorisce la qualità del lavoro e la legalità negli appalti”. In altre parole, secondo quanto lasciato intendere da Filt Cgil e Fit Cisl Piacenza, il trasferimento avrebbe portato la logistica di Prenatal a insediarsi in un contesto che avrebbe offerto ai lavoratori minori tutele rispetto a quelle attuali.
I due sindacati si erano quindi detti pronti “a valutare cambiamenti sul piano dell’organizzazione del lavoro, per tutelare l’occupazione” auspicando di trovare la collaborazione delle istituzioni con le quali era stato siglato stato firmato il protocollo della legalità.
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