Il trasporto dei vaccini affidato a Sda finisce al centro di un’interrogazione parlamentare
I dubbi rispetto all’affidamento dell’attività di trasporto dei vaccini anti-Covid19 a Sda – già sollevati sulle pagine di SUPPLY CHAIN ITALY dagli operatori logistici specializzati nella filiera pharma e da Assoram – sono finiti ora al centro di una interrogazione parlamentare. Ad avere chiesto chiarimenti alla presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministero della […]
I dubbi rispetto all’affidamento dell’attività di trasporto dei vaccini anti-Covid19 a Sda – già sollevati sulle pagine di SUPPLY CHAIN ITALY dagli operatori logistici specializzati nella filiera pharma e da Assoram – sono finiti ora al centro di una interrogazione parlamentare.
Ad avere chiesto chiarimenti alla presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministero della Salute in particolare sulla conformità dei mezzi utilizzati è Marcello Gemmato, deputato di Bari eletto nelle file di Fratelli d’Italia, segretario della Commissione Affari Sociali della Camera e di professione farmacista.
Nel testo, presentato lo scorso 22 marzo, Gemmato fa suoi i rilievi e i quesiti posti da Assoram (associazione che riunisce gli operatori della distribuzione primaria della filiera pharma) chiedendo se nell’attività di trasporto dei preparati il corriere espresso del gruppo Poste Italiane utilizzi “flotte di veicoli con caratteristiche conformi alle prescrizioni del decreto 6 luglio 1999 nonché alle linee guida del 5 novembre 2013 sulle buone pratiche di distribuzione dei medicinali per uso umano (2013/C 343/01)”, nonché se questo stesso trasporto rispetti “principi di economicità, efficacia ed efficienza”.
Più nel dettaglio, l’interrogazione ricorda come i mezzi impiegati per il trasporto di medicinali debbano essere dotati “di impianti idonei a garantire una temperatura alla quale, in linea con le indicazioni europee sulle prove di stabilità “, nonché provvisti di “adeguata coibentazione, fatti salvi casi eccezionali e documentati di trasporti in situazioni di urgenza o di necessità” e che quindi le consegne debbano essere effettuate con “mezzi refrigerati o confezionamenti separati in colli idonei al mantenimento della temperatura in rapporto ai tempi di consegne”.
Gemmato richiama infine le considerazioni della stessa Assoram sulla “imprescindibile necessità di rispettare la filiera tipica” e sul fatto che, in vista del prossimo aumento di vaccini in arrivo sul territorio e dei relativi punti di consegna, “servirsi di un network distributivo della filiera specializzata, basato sulla ‘cold chain‘ attiva, farebbe ottenere allo Stato benefici sia in termini di qualità (data visibility delle temperature e tracking con sensoristica di allarmi proattiva sul trasporto), sia di costi rispetto all’utilizzo di un imballaggio passivo ed un trasporto dedicato come quello di Sda, nonché di sostenibilità ambientale”.
Da notare a margine che l’interrogazione è stata predisposta secondo con la modalità della “risposta in Commissione”, utilizzata per temi di carattere settoriale, per i quali viene pertanto preferita la trattazione in sede ristretta e non in aula.
Pierluigi Petrone, presidente di Assoram, si è detto soddisfatto dell’attenzione ottenuta e ha spiegato di avere ribadito queste osservazioni anche in un confronto avuto con il presidente di Poste Italiane, Maria Bianca Farina. “Nessuna polemica con SDA ma solo la certezza che un piano distributivo strutturato non possa essere portato avanti senza una continua interlocuzione tra le Istituzioni e la filiera della logistica health”.
F.M.
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