Ancora su (+9,2%) i contratti Cina – Europa per il trasporto via mare di container
Xeneta rileva ad aprile il più grande rialzo dal giugno 2022, “principalmente dovuto all’impatto del conflitto nel Mar Rosso”
Le negoziazioni per i contratti di trasporto via mare di container continuano a essere influenzate dall’incertezza che permea la situazione geopolitica globale. Secondo le rilevazioni di Xeneta, il valore medio di quelli di lunga durata nel mese di aprile è stato sostanzialmente stabile a 154,3 punti, in aumento dell’1,7% rispetto a marzo, e inferiore del 50,1% rispetto all’aprile del 2023. Un vero e consistente rialzo si è però osservato sugli accordi relativi a rotte di importazione in Europa, dove l’indice ha toccato i 171,8 punti, in salita quindi del 9,2% su marzo. Si tratta dell’incremento mese-su-mese maggiore registrato dal giugno del 2022, evidenzia la società di analisi norvegese. Di contro, nello stesso periodo il sub-indice relativo all’import negli Stati Uniti ha riscontrato un declino del 9,4% (a 150,6 punti).
Relativamente alle cause del rialzo dei contratti di trasporto verso l’Europa restano pochi dubbi: “Principalmente”, hanno osservato gli analisti, “questo è dovuto all’impatto del conflitto nel Mar Rosso”. Come rilevato nei giorni scorsi, questa tendenza si accompagna a una situazione relativa ai noli spot che vede quelli dalla Cina verso il Med a livelli ancora superiori di circa il 60% rispetto a un anno fa (e quelli in direzione del Nord Europa di circa l’80%). Uno stato che potrebbe portare a ritenere i carrier fiduciosi di poter chiudere le negoziazioni su livelli ancora superiori, e i loro clienti propensi ad accettare accordi per loro meno vantaggiosi. Cosa che però al momento non si sta verificando, per il motivo – secondo Xeneta – che i primi temono l’eccesso di capacità che si sta profilando all’orizzonte. Le consegne a livelli record di nuove portacontainer viste in ogni trimestre a partire dal Q2 2023, secondo gli analisti, sono state infatti finora in qualche modo bilanciate dalla crisi del Mar Rosso e dai dirottamenti per il Capo di Buona Speranza, che – richiedendo più navi per assicurare le stesse programmazioni di partenze del pre-crisi – finora hanno protetto i carrier dai rischi dell’overcapacity. Nel caso di una risoluzione (o di un attenuamento) del conflitto, l’iniezione di nuova stiva porterebbe i noli spot a collassare rapidamente.
Se da un lato quindi, le compagnie aspirano a siglare contratti a livelli più alti di quelli attuali, dall’altro hanno anche la forte necessità di chiudere al più presto degli accordi di lunga durata. La labile situazione attuale è quindi la combinazione di queste preoccupazioni contrastanti e dell’incertezza in cui si trovano anche caricatori e spedizionieri, la quale secondo Xeneta fa sì che al momento “ogni negoziazione sia unica”.
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER GRATUITA DI SUPPLY CHAIN ITALY