Maxi sequestro di capi contraffatti al porto di Trieste
Se immessi sul mercato i circa 160 mila articoli avrebbero potuto garantire introiti per quasi venti milioni di euro
Quasi 160 mila capi d’abbigliamento e accessori di numerosi marchi di lusso della moda nazionale e internazionale contraffatti sono stati sequestrati nel porto vecchio di Trieste nelle scorse settimane dai militari della Guardia di Finanza in forza al Comando Provinciale di Trieste e funzionari dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli in servizio all’Ufficio delle Dogane di Trieste.
La merce, rinvenuta in un container proveniente dal porto di turco di Pendik e intercettato nello scalo giuliano, riportava perfettamente riprodotti i loghi delle più importanti griffe della moda internazionale.
L’insolita eterogeneità del carico e il coinvolgimento di società estere non direttamente collegate al settore del commercio di abbigliamento, hanno richiesto un approfondimento del controllo sui beni, che si presentavano di ottima fattura sia per realizzazione che per confezionamento.
Le perizie, affidate direttamente alle aziende titolari dei vari loghi, hanno consentito di classificare i prodotti come contraffatti.
Ulteriori accertamenti hanno poi permesso di risalire a un’altra e speculare spedizione che, transitando dall’Italia, stava per raggiungere la Germania. Grazie all’alert inviato alle autorità tedesche, sono stati quindi individuati e sequestrati quasi 74.000 ulteriori articoli, tra abbigliamento, borse e calzature.
I capi d’abbigliamento e gli accessori, in entrambi i casi abilmente occultati da articoli tessili regolarmente trasportati, se immessi sul mercato avrebbero potuto garantire introiti per quasi venti milioni di euro.
Il contrasto alla diffusione di prodotti non conformi rispetto agli standard di sicurezza e alla produzione e commercializzazione di quelli contraffatti, ha lo scopo di garantire una protezione efficace della salute dei consumatori e un mercato competitivo in condizioni eque di concorrenza per gli operatori economici onesti.
In ossequio alle disposizioni recate dal Decreto Legislativo 8 novembre 2021, n.188 si evidenzia che, per il principio della presunzione di innocenza, la colpevolezza delle persone sottoposte a indagine sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.
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