La moda campana chiede risorse per finanziare il reshoring
Anche la moda campana sta pensando al reshoring come strategia per riacquistare maggior controllo sulla sua filiera. Un articolo de Il Sole24Ore riferisce infatti che Modec (il marchio della Moda e del Design della Campania, nato su iniziativa della stessa Regione e presentato nel 2019 durante la Milano Fashion Week) ha infatti predisposto un piano […]
Anche la moda campana sta pensando al reshoring come strategia per riacquistare maggior controllo sulla sua filiera. Un articolo de Il Sole24Ore riferisce infatti che Modec (il marchio della Moda e del Design della Campania, nato su iniziativa della stessa Regione e presentato nel 2019 durante la Milano Fashion Week) ha infatti predisposto un piano per riportare in Italia la manifattura che negli scorsi decenni era stata delocalizzata all’estero. Il comitato in dettaglio ha elaborato uno studio di cui ha inviato una copia al presidente Vincenzo De Luca e all’assessore alle attività produttive Antonio Marchiello.
Nel documento, che prevede di utilizzare come risorse quelle stanziate dal Recovery Fund e fondi Ue 2021-2027, si chiede alla stessa Regione di istituire “un fondo regionale di garanzia con rimborso in 20 anni a costo zero”, così come “un credito d’imposta strutturale del 45%, decontribuzione per nuovi assunti per dieci anni, detassazione degli utili d’impresa”. Secondo le stime per ogni miliardo stanziato potrà attivarne altri 15 in investimenti privati, generando così sviluppo e crescita occupazionale.
Le proposte erano già state elaborate nell’aprile dello scorso anno in un documento dal titolo Vision Campania 2030 (e qui riportate da un articolo de Il Denaro), ma in assenza di un riscontro sono state ora sottoposte nuovamente all’attenzione della giunta.
“La filiera della moda in Campania è composta prevalentemente da Pmi e rappresenta un unicum nel panorama italiano grazie alla significativa presenza di aziende che coprono tutte le fasi sia a monte che a valle della filiera; dalla lavorazione delle materie prime con tintorie, stamperie, comprese le attività di design, progettazione, produzione, distribuzione, oltre ad una logistica integrata con porti, interporti ed aeroporti” riportava il documento.
Oltre a società ‘private label’ (che operano cioè come fornitori per altri marchi), nel territorio sono presenti realtà come Carpisa-Yamamay, Original Marines, Alcott, Camomilla, Kocca, Fracomina, Sandro Ferrone, Akè, Miss Comoda, Antony Morato, Coconuda, Harmont&Blaine, riferisce ancora il Sole24Ore. Complessivamente, la filiera sviluppa nella Regione un fatturato di circa 20 miliardi con 110.000 addetti e contribuisce per il 9% al Pil nazionale di settore.
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