Nuove criticità sulla rotta ferroviaria Cina – Italia via Russia dopo l’ultima stretta di Mosca
Merce in legno e tessili coinvolti nella nuova stretta sui prodotti dual use, ma ancora non è chiaro quale sia l’impatto potenziale sui traffici della misura
Alcuni container in viaggio sulla rotta ferroviaria Cina – Europa, anche diretti in Italia, sono stati fermati nelle scorse settimane in Russia, in attesa di ispezioni che accertino che non contengano carichi appartenente alla lista di merci poste sotto embargo nel paese, recentemente aggiornata con una appendice a un decreto federale emanata da Mosca lo scorso 15 ottobre.
Nel dettaglio, secondo le ricostruzioni fornite a SUPPLY CHAIN ITALY da alcuni addetti ai lavori, il provvedimento ha aggiunto all’elenco di merci ‘vietate’ una ventina di articoli di tipo dual use – in particolare merce in legno e tessile – portando così a circa 150 le voci di prodotti a cui Mosca impedisce il transito sul suo territorio, nel contesto degli embarghi varati da Ue e paesi occidentali contro la Russia e dei contro-embarghi introdotti da questa in risposta ai primi. Della nuova stretta normativa alcuni operatori hanno avuto contezza solo diversi giorni dopo la sua entrata in vigore, su segnalazione da parte del loro corrispondente cinese, quando i loro box erano già stati imbarcati ed erano e in transito in Russia, finendo quindi nelle maglie dei controlli e delle ispezioni.
La portata di questa iniziativa, e dei suoi eventuali impatti sulle imprese italiane, è però ancora tutta da chiarire. A ritenere la situazione “gravissima” è Alice Arduini, titolare della casa di spedizioni Alix International, che ha lamentato pubblicamente come un ‘suo’ box, carico di tessili e destinato a un cliente di Como, sia trattenuto nel paese, a Smolensk, dallo scorso 4 novembre. “La certezza dell’alleanza Cina-Russia nei flussi merce vacilla, il bottino è troppo invitante: stiamo parlando della merce via treno dalla Cina per l’Europa, che passa sotto il naso dei russi. Come non utilizzarla per dare del filo da torcere all’Unione Europea?”. Queste secondo Arduini le ragioni dell’iniziativa russa, che a suo dire rendono in generale critico il servizio via treno dalla Cina, ora diventato “uno strumento nelle mani della Russia per un’escalation”. Al momento, secondo le informazioni rese note dagli operatori cinesi che operano come corrispondenti degli spedizionieri italiani, i container bloccati per essere sotto posti a ispezioni sono circa 1.000.
Una lettura della situazione, quella di Arduini, da cui si sono però discostati altri operatori attivi sulla rotta ferroviaria in questione. Pur non negando l’eventualità che la stretta di Mosca possa avere anche una finalità geo-politica – mettere sotto pressione l’alleato cinese – secondo i rappresentanti di Csa Italy e Sogedim il fenomeno al momento è infatti limitato.
Secondo quanto evidenziato da Pier Amighetti, di Csa Italy, innanzitutto i 1.000 container fermati rappresentano “circa l’1%, massimo il 5% di quelli in transito mensilmente sulla tratta”. In particolare, l’esperienza della stessa Csa Italy è stata quella di due box fermati su oltre 20 transitati nell’ultimo mese, del quale uno poi sbloccato nei giorni scorsi. Per Amighetti quindi al momento la problematica interessa “casi sporadici”.
Numeri e lettura coerenti con quelli indicati anche dal Chief Operating Officer Overseas di Sogedim, Simone Morelli. “Gestiamo ogni mese sulla rotta in questione circa 40 container, tra Fcl e consolidati da noi. Considerando quindi gli 80 in transito negli ultimi due mesi, ne abbiamo avuti 5 fermati per ispezione. Di questi, due sono stati sbloccati nel giro di due giorni, il terzo nelle scorse ore. Quindi ne restano solo due ancora bloccati”.
Più che le ispezioni in sé quindi al momento, secondo Morelli, a costituire un problema è l’inevitabile congestione che si è andata creando anche, come accennato sopra, per via del fatto che alcuni container fossero partiti senza che gli spedizionieri fossero stati informati dai relativi corrispondenti cinesi dell’entrata in vigore del nuovo decreto.
Quanto all’impatto di questa nuova stretta sui traffici Cina – Europa via treno, al momento è difficile da stimare: “La normativa riguarda merci di tipo dual use, quindi ad esempio i traffici di vestiti hanno delle restrizioni per alcune voci doganali, le quali prevedono l’ispezione da parte della dogana russa, senza però incorrere nel respingimento o blocco delle stesse a meno che non siamo destinate all’industria bellica”.
Una complicazione che potrebbe comunque portare alcuni spedizionieri – anche solo in via precauzionale, in attesa di capire quale sarà l’atteggiamento delle autorità preposte alle ispezioni – ad abbandonare almeno temporaneamente la rotta ferroviaria con transito dalla Russia, ripiegando al suo posto magari su quella che passa per il Middle Corridor o su qualche combinazione mare-aereo.
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