Lievemente positivo (+0,8%) l’andamento dell’export italiano extra Ue dei primi 11 mesi del 2024
Anche a novembre si chiude a segno più (+0,4%)
A novembre 2024 l’export italiano extra Ue è cresciuto su base annua dello 0,4% (era -0,7% a ottobre 2024), sostenuto principalmente dalle vendite di beni di consumo durevoli (+29,7%) e non durevoli (+3,0%). Un freno è derivato invece dalle minori esportazioni di beni strumentali (-7,4%). A fornire l’aggiornamento è l’Istat, nella sua nota diffusa oggi. Nel mese, l’import ha registrato una crescita dell’1,3%, trainato dai maggiori acquisti di beni di consumo non durevoli (+36,2%), cui si è contrapposta un’ampia riduzione degli acquisti di energia (-22,0%). Tirando le somme delle vendite dei primi undici mesi del 2024, Istat evidenzia come l’andamento dell’export verso i paesi extra Ue si sia confermato moderatamente positivo (+0,8%).
Rispetto al novembre 2023, l’analisi passa poi a registrare marcati aumenti delle esportazioni verso Turchia (+37,7%), paesi Opec (+19,3%), Asean (+12,9%) e Regno Unito (+10,9%), mentre calano le vendite verso Cina (-19,5%), Stati Uniti (-11,1%) e Giappone (-7,7%). Parallelamente, hanno vissuto un forte aumento le importazioni dagli Usa (+40,3%), così come gli acquisti da India (+10,7%). In crescita anche quelli da Svizzera (+6,1%), paesi Mercosur (+5,2%) e Asean (+4,5%), mentre sono calate le importazioni dagli altri principali paesi partner extra Ue27, con le riduzioni tendenziali più ampie per Regno Unito (-20,8%) e paesi Opec (-9,5%).
Su base mensile, aggiunge ancora la nota, a novembre 2024 l’export italiano extra Ue ha registrato un netto aumento delle esportazioni (+5,6%), simile a quello dell’import (+5,3%). L’incremento delle vendite estere ha riguardato tutti i raggruppamenti principali di industrie, a eccezione di beni intermedi (-0,6%), ma è stato dovuto soprattutto alle maggiori vendite di energia (+64,2%) e beni strumentali (+10,3%). Dal lato dell’import, l’incremento congiunturale è invece quasi totalmente spiegato dai maggiori acquisti di beni di consumo non durevoli (+18,8%) e beni intermedi (+3,8%).
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