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Intermodalità ferroviaria merci: ecco cosa funziona e cosa va migliorato secondo le aziende
Bologna – In Emilia Romagna così come in altre regioni d’Italia il trasporto ferroviario delle merci, sta continuando a erodere quote di mercato al trasporto ‘tutto-strada’ grazie ad alcuni fattori specifici che sono stati rivelati dalle aziende intervenute a Bologna al convegno organizzato da Er.I.C. (Emilia Romagna Intermodal Cluster). Ci sono, però, molte cose ancora […]
Bologna – In Emilia Romagna così come in altre regioni d’Italia il trasporto ferroviario delle merci, sta continuando a erodere quote di mercato al trasporto ‘tutto-strada’ grazie ad alcuni fattori specifici che sono stati rivelati dalle aziende intervenute a Bologna al convegno organizzato da Er.I.C. (Emilia Romagna Intermodal Cluster). Ci sono, però, molte cose ancora da migliorare per consentire a questa modalità di trasporto di affermarsi ulteriormente.
Damiano Riva, direttore della logistica di Procter & Gamble, ha raccontato ad esempio che “da e per lo stabilimento di Gattatico, in provincia di Reggio Emilia, l’azienda già oggi spedisce 1.500 container ogni anno via treno ma attraverso l’inland terminal di Segrate (Milano). Fatichiamo a trovare un terminal competitivo e adatto economicamente alla nostra intenzione di fare treni direttamente dall’Emilia Romagna”. Lo stesso Riva ha poi aggiunto che “sarebbe importante ottenere economie di scala mettendo insieme le esigenze di diverse aziende” e ai vettori ferroviari ha chiesto maggiore visibilità e trasparenza sulle informazioni inerenti i servizi.
Un punto di vista, quest’ultimo, condiviso anche da Gianluigi Mason di Barilla che ha rivelato gli ultimi upgrade dei collegamenti su ferro utilizzati per il trasporto di pasta e sughi da Parma. La scelta di puntare sul treno per i trasporti con Ulm, in Germania, ha consentito di ottenere miglioramenti nella puntualità delle consegne (99%), un miglioramento della prevedibilità dei costi e una mitigazione delle problematiche legate al trasporto su gomma. “Abbiamo lavorato con un Mto con spicca tendenza imprenditoriale e insieme ci siamo occupati di progettare una soluzione intermodale con logica totalmente open book”. Secondo il direttore della logistica di Barilla in Italia la scelta di puntare sulla ferrovia è necessaria e indifferibile per queste ragioni: “Contenimento degli impatti ambientali, differenziazione dei rischi del trasporto e risoluzione dei problemi aperti del trasporto su gomma”. Fra questi in particolare “la disponibilità di autisti, la congestione stradale e la volatilità di prezzi e capacità di trasporto”.
Secondo Nicola Zannoni (Conserve Italia) “la vera sfida per il futuro dell’intermodalità è la logistica outbound: determinante è il livello di servizio garantito al cliente che dev’essere il più elevato possibile compatibilmente con i costi”.
Vantaggi e criticità del trasporto merci via treno sono stati messi sul tavolo della discussione anche da Davide Magnani (Marazzi Group) secondo il quale il treno garantisce “stabilità del livello di servizio, validità delle condizioni di prezzo e assorbimento delle variazioni dei volumi da trasportare”. Fra le criticità sono state invece segnalate “le insufficiente tratte e frequenze dei collegamenti, il transit time e il quantitativo minimo necessario per ogni spedizione”.
Giampaolo Bassetti, direttore operativo di Caviro, ha sottolineato come “il mercato oggi sia pronto in termini di sensibilità e disponibilità ad affrontare nuove modalità di trasporto. Tale sensibilità si sta materializzando anche nei nostri grandi clienti e questo potrebbe essere un volano importante per crescere in questa direzione”. Bassetti ha però precisato che il trasporto via treno “debba coniugarsi a un nuovo paradigma in termini di lead time e ‘velocità’ dei flussi”.