Container: nonostante le alleanze fioriscono i servizi indipendenti (sulle rotte transpacifiche)
Dall’inizio del 2020 a questa parte, gli equilibri tra le grandi alleanze del trasporto via mare di container appaiono cambiati, ma in un modo forse meno prevedibile di quel che ci si potrebbe aspettare. Secondo l’ultimo report della società di analisi Sea-Intelligence, la 2M (che riunisce Maersk ed Msc) ha infatti perso quote di mercato […]
Dall’inizio del 2020 a questa parte, gli equilibri tra le grandi alleanze del trasporto via mare di container appaiono cambiati, ma in un modo forse meno prevedibile di quel che ci si potrebbe aspettare.
Secondo l’ultimo report della società di analisi Sea-Intelligence, la 2M (che riunisce Maersk ed Msc) ha infatti perso quote di mercato a favore della Ocean Alliance (Cma Cgm, Cosco, Evergreen) e di The Alliance (Hapag-Lloyd, Hmm, Ocean Network Express e Yang Ming) nelle rotte Asia – Mediterraneo, e a vantaggio della sola Ocean Alliance in quelle tra Asia e Nord Europa (dove invece The Alliance è rimasta stabile).
Il fenomeno forse più controintuitivo rilevato nel 2021 è però quello che si è verificato sulle rotte transpacifiche, dove nonostante la presenza forte delle tre alleanze la concorrenza non solo non è mancata ma sembra essersi addirittura sviluppata con più slancio.
Nelle tratte tra Asia e la costa occidentale del Nord America, Sea-Intelligence ha infatti rilevato l’emergere degli operatori indipendenti o comunque dei servizi non offerti nell’ambito delle tre grandi alleanze, in particolare dopo l’ottobre dello scorso anno.
Secondo le rilevazioni della società, tutte e tre le grandi alleanze su quei collegamenti hanno progressivamente perso terreno, tanto che, considerati nel loro insieme, i servizi offerti al di fuori di esse ora ‘occupano’ una quota di mercato pari circa al 30%, in seconda posizione dopo quelli di Ocean Alliance (31% circa), e prima di The Alliance (circa 25%) e 2M (circa 15%). Da evidenziare che nel maggio 2020 la loro quota era di solo il 10% circa (ma nel precedente marzo era di circa il 23%).
Una tendenza che potrebbe portare a pensare che – nonostante i sospetti di alcuni caricatori rispetto all’utilizzo di pratiche sleali da parte dei carrier (si veda il caso di Mcs Industries e il suo reclamo presentato alla Fmc), proprio su quelle tratta – perlomeno nelle rotte transpacifiche la presenza delle alleanze non abbia impedito il fiorire e il crescere della concorrenza tra gli operatori.
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