Logistica e lavoro: il viceprefetto di Milano indica la strada per risolvere i conflitti sociali
Milano – Ripartire dalle relazioni industriali, inserendo anche elementi di mediazione culturale e linguistica, per risolvere la situazione di conflitto sociale in cui è nuovamente sprofondato il settore della logistica. L’invito è arrivato nel corso della presentazione dei risultati della ricerca 2020 dell’Osservatorio Contract Logistics Gino Marchet dal viceprefetto di Milano, Alessandra Tripodi. La sua […]
Milano – Ripartire dalle relazioni industriali, inserendo anche elementi di mediazione culturale e linguistica, per risolvere la situazione di conflitto sociale in cui è nuovamente sprofondato il settore della logistica. L’invito è arrivato nel corso della presentazione dei risultati della ricerca 2020 dell’Osservatorio Contract Logistics Gino Marchet dal viceprefetto di Milano, Alessandra Tripodi.
La sua è stata forse la presenza più emblematica dell’intera giornata di convegno – questa volta dal titolo: Sostenibilità e digitalizzazione: il binomio vincente per la transizione della logistica -, la prima organizzata nuovamente in presenza dopo la fase più dura dell’emergenza sanitaria. Emergenza che, oltre a mettere tra parentesi numerose attività, nel 2020 aveva portato a una pace sociale nel settore, rivelatasi col senno del poi fragilissima, considerate le vertenze e gli scontri che lo hanno attraversato negli ultimi mesi e che si sono accompagnate anche a inchieste clamorose sulle finte cooperative che vi operano.
Nel suo intervento Tripodi ha ripercorso la quotidianità del lavoro della Prefettura di Milano sul fronte della logistica (peraltro estremamente presente nella zona), descrivendola come una attività volta a garantire il “libero esercizio di diritti costituzionali e a contemperarli”, in presenza però soprattutto di “situazioni patologiche”.
“Le aziende ci chiamano in continuazione segnalando quelli che a loro dire si configurano come casi di violenza privata, ad esempio per la presenza di blocchi che impediscono l’esercizio dell’attività di impresa, e chiedendo il nostro intervento”. Nella maggior parte dei casi “la magistratura non ha concordato con questa valutazione“, ha evidenziato Tripodi alla platea, “sia per l’assenza dell’elemento fattuale, ovvero il blocco non configurava di per sé un caso di violenza privata” sia di “quello soggettivo, perché i lavoratori stavano esercitando il diritto di sciopero, sebbene a volte senza averlo dichiarato prima”.
Dopo avere ricordato come – sebbene “sottotraccia” – la prefettura di Milano stia lavorando con associazioni di categoria, tra cui Assologistica, e lo stesso Osservatorio Contract Logistics per mappare il settore, Tripodi ha evidenziato come per la stessa Prefettura sostenibilità – una delle due parole chiave del convegno – significhi “avere al centro il fattore lavoro”.
Lavoro che – ha evidenziato– vede coinvolta una manodopera “al 90% straniera, con problemi di alfabetizzazione, scolarità, conoscenza“. Per questo motivo secondo il viceprefetto la chiave per smorzare i conflitti sociali deve essere quella di “una formazione di base della forza lavoro, con l’offerta anche di strumenti di mediazione culturale e linguistica” prima ancora di quella più specialistica, che riguarda cioè lo sviluppo di maggiori competenze tra gli addetti: “E’ necessario recuperare le relazioni industriali, ricreare le relazioni sindacali” ha concluso Tripodi.
Con altre sottolineature, il tema della sostenibilità sociale della logistica è stato anche al centro dell’intervento di Umberto Ruggerone (che peraltro nei mesi scorsi sui punti toccati da Tripodi era intervenuto chiedendo con forza “il rispetto della legalità”, inclusa l’applicazione del reato di blocco stradale), che ha aperto la giornata di lavori.
Il presidente di Assologistica ha auspicato l’avvio di percorso come quello fatto in materia di sicurezza dai settori dell’edilizia o della chimica negli ultimi decenni, in cui venga cioè accantonata la logica del solo ribasso nell’assegnazione degli appalti.
“Le richieste di questo tipo portano a una svalutazione del concetto di logistica da parte degli osservatori” e secondo Ruggerone sono state rese anche anacronistiche dall’attuale situazione di mercato “caratterizzata da noli impazziti” e in cui sono saltate le previsioni: “Queste sfide non si affrontano con la logica del ribasso”. Sul punto Assologistica, che pure ha ricordato la collaborazione avviate in questo senso con l’Osservatorio e con la Prefettura così come le interlocuzioni con diversi ministeri interessati, ha anche invocato la realizzazione di un “cruscotto” che metta gli operatori in grado di capire chi sono “le aziende con cui ci interfacciamo. “Vogliamo firmare contratti con chi rispetta le regole e per farlo dobbiamo avere a nostra diposizione le informazioni che ha la Pubblica Amministrazione”.
Ruggerone ha infine dedicato una parte del suo intervento al Pnrr – senza risparmiare una frecciatina all’assemblea annuale di Confetra, che andava in scena nelle stesse ore a Roma: “Là si discute del piano, ma i logistici sono qui” – che a suo avviso dovrà concentrarsi non tanto sull'”hardware” ma sul software del sistema dei trasporti. “Non è realistico utilizzare le risorse del piano per le infrastrutture, è necessario lavorare invece sugli aspetti normativi”, ha affermato, evidenziando come “l’unico ponte che in Italia è stato realizzato in due anni (il Ponte San Giorgio, eretto dove sorgeva il Ponte Morandi secondo il cosiddetto ‘modello Genova’, ndr)” sia stato costruito “mettendo da parte ogni legge possibile”.
Francesca Marchesi
LE FOTO DEL CONVEGNO