Il prof. Dallari critico con la logistica urbana di Eataly a Milano
“Quando si studiano dei centri commerciali di fatto all’interno delle aree urbane occorre sacrificare qualche metro quadro destinato alla vendita e trasformarlo in metri quadri destinati alla logistica, che come noto non genera fatturato ma ottimizza i costi. Incasinare la viabilità di un quartiere è un costo che va fatto pagare”. Così Fabrizio Dallari, professore […]
“Quando si studiano dei centri commerciali di fatto all’interno delle aree urbane occorre sacrificare qualche metro quadro destinato alla vendita e trasformarlo in metri quadri destinati alla logistica, che come noto non genera fatturato ma ottimizza i costi. Incasinare la viabilità di un quartiere è un costo che va fatto pagare”.
Così Fabrizio Dallari, professore ordinario di Logistica e Supply Chain Management all’Università LIUC – Università Cattaneo di Castellanza, ha sintetizzato a SUPPLY CHAIN ITALY il ragionamento alla base della critica che ha espresso via LinkedIn alla logistica urbana di Eataly a Milano.
Nel capoluogo lombardo il gruppo fondato da Oscar Farinetti ha infatti un punto vendita d’eccezione, ovvero Eataly Smeraldo, store sviluppato su tre piani e grande quanto un supermercato, situato però in una zona molto centrale laddove un tempo sorgeva il Teatro Smeraldo, ovvero in un contesto in cui non erano svolte attività logistiche significative.
“Anche questa mattina l’eccellenza italiana dei nostri prodotti alimentari Made in Italy dimostra la scarsa organizzazione logistica nella fase dell’ultimo miglio” aveva infatti sottolineato Dallari, riferendo di una operazione svolta in Corso di Porta Nuova in doppia fila dagli addetti “costretti a usare sotto l’acqua un muletto per scaricare un camion senza sponda idraulica”.
Come evidenziato sopra, la principale responsabilità di inefficienze come questa per Dallari non va imputata agli operatori logistici, ma alle stesse aziende clienti (quello di Eataly, ha evidenziato lui stesso, è un caso “eclatante”, ma che “rappresenta solo una tra le migliaia di situazioni” in una città come Milano).
“Evidentemente chi si occupa di logistica deve fare i conti con le difficoltà del traffico e soprattutto con l’insensatezza di chi ha previsto un centro commerciale in mezzo a Milano senza un’adeguata area di accesso carico scarico e logistica”, ha aggiunto il docente, invitando aziende e soggetti pubblici a rispolverare le Linee Guida della Regione Lombardia “a sostegno della logistica urbana”, pubblicate nel 2015 e redatte dall’ente insieme a Eupolis.
Il post di Dallari ha suscitato le reazioni di diversi addetti ai lavori, che hanno offerto il proprio punto di vista, ad esempio ricordando come in altre città le operazioni siano limitate a fasce orarie serali o notturne (con conseguenti costi maggiori per le aziende clienti), come certe consegne in contesti urbani siano ancora effettuate con bilici anziché con mezzi leggeri, o anche come stia al cliente scegliere fornitori in grado di offrire servizi logistici adeguati.