Anche i caricatori europei chiedono a Bruxelles un’indagine sul trasporto via mare di container
Operazioni di integrazione verticale rese possibili dai profitti record e condotte discriminatorie nei confronti degli spedizionieri indipendenti. Sono questi i due fenomeni su cui Clecat (organizzazione che riunisce a livello europeo le associazioni nazionali di operatori della logistica e delle spedizioni) ha richiamato l’attenzione della Commissione Europea, invitandola nuovamente ad avviare una indagine approfondita in […]
Operazioni di integrazione verticale rese possibili dai profitti record e condotte discriminatorie nei confronti degli spedizionieri indipendenti. Sono questi i due fenomeni su cui Clecat (organizzazione che riunisce a livello europeo le associazioni nazionali di operatori della logistica e delle spedizioni) ha richiamato l’attenzione della Commissione Europea, invitandola nuovamente ad avviare una indagine approfondita in materia di trasporto via mare di container. Una richiesta che ora è stata ‘sposata’ anche dall’European Shippers Council, ovvero l’associazione che analogamente raccoglie i caricatori (o Bco, beneficial cargo owner) comunitari.
Sulla falsariga di quanto già fatto dagli spedizionieri, i ‘rappresentanti della merce’ hanno chiesto alla Commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager di usare “con urgenza” i suoi poteri di indagine per valutare il livello di “concentrazione, consolidamento, coordinamento e ‘cartellizzazione'” del mercato dei servizi di trasporto marittimo di container e di spedizione, chiedendosi anche (piuttosto retoricamente) se la Consortia Block Exemption Regulation (l’esenzione alla normativa antitrust standard per i liner, prorogata fino al 25 aprile 2024) abbia finora servito il suo scopo.
Come ricordato sopra, questa volta Clecat e indirettamente Esc hanno anche sollevato il tema del ‘cherry picking’ messo in atto dai liner, ovvero dall’avvio di politiche volte a escludere i piccoli operatori dalla possibilità di siglare contratti di lungo periodo.
Va ricordato tuttavia che finora iniziative simili di Clecat o altri soggetti non hanno raccolto molta considerazione da parte della Commissione, la quale anzi lo scorso dicembre ha fatto sapere per voce della stessa Margrethe Vestager di non avere “in questa fase ricevuto prove né individuato comportamenti anticoncorrenziali” da parte delle compagnie di trasporto marittimo di container.
Il fatto stesso che questo riscontro fosse stato fornito solo a seguito di una interrogazione parlamentare (presentata dall’eurodeputato della Lega Danilo Oscar Lancini) e non come comunicazione spontanea era parso indicativo della scarsa volontà di Bruxelles di impegnarsi ed esporsi sul tema. Da quel momento non si sono peraltro registrati nuovi segnali che indichino un cambio di orientamento della Commissione e quindi appare improbabile che questo nuovo affondo potrà avere un esito diverso dai precedenti.
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